MAINTAINER, PROVIDER, BUSINESS FRA SPAMMING E PROIBIZIONISMO

  • La posta elettronica consente a chiunque di scrivere a chiunque.
  • Non esiste una barriera d'entrata, non è possibile distinguere l'onesto dal disonesto; a priori non è possibile determinare la validità del messaggio ricevuto.
  • Se l'utente legge solo il 10% dei messaggi ricevuti, il sistema entra in una fase di forte dubbio d'uso.
  • La congestione di messaggi danneggia l'intera rete ed i suoi equilibri. Il semplice sistema su cui si basa l'invio della posta elettronica è l'aspetto critico del sistema stesso.

Se facciamo un passo indietro nella storia dell'informatica e della telematica, ci accorgiamo che è costellata da passaggi critici, obsolescenze improvvise, fin dall' inizio: incredibili visioni ed altrettanto incredibili cecità, drammatici riadattamenti e "cambi di parametro", molte rivoluzioni epocali nello spazio di una sola generazione (anche se applicare ad Internet la categoria della "generazione" è veramente problematico).

Alcuni esempi di cambio di prospettiva:

  • Thomas J. Watson, presidente della IBM, disse nel 1943: "I think there is a world market for maybe five computers" [Nota 1];
  • nel 1977 Ken Olsen, presidente della DEC, disse: "Nobody needs a computer in their 'house " [Nota 2].

Lo spam è una paradossale prova che in Internet tutto funziona davvero: Internet assorbe e riproduce tutto il mondo nel bene e nel male. Potremmo aggiungere che il mondo virtuale non è nient'altro che la trasposizione del mondo reale in chiave elettronica.

Il protocollo SMTP, utilizzato da Internet per la posta elettronica, è semplice e affidabile.

  • È un linguaggio di comunicazione banale, progettato per essere efficiente e stabile.
  • È modellato sulla posta tradizionale.
  • Non consente di identificare il mittente.
  • È nato quando la banda di Internet era scarsa.
  • Troppo efficiente da poter condizionare l'intera rete.
  • Se viene caricato di compiti è facile che determini criticità di funzionamento. Per descrivere il problema dell'aumento del traffico sulla rete causato dallo spam è utile fare un paragone con quello di tipo stradale.

Per far fronte ad un aumento del traffico stradale, causato dagli ingorghi ai numerosi caselli autostradali, si possono ottenere flussi più fluidi aumentando la larghezza della strada, creando più corsie alternative, attivando una nuova segnaletica per indicare sistemi di pagamento alternativi, favorendo la percorrenza sulla corsia veloce a scapito di quella lenta.

Per la posta elettronica non è così. La differenza sta nel fatto che le soluzioni tecniche non bastano a risolvere compiutamente il problema e qualsiasi aumento di banda è subito vanificato.

Le proporzioni con cui il fenomeno spam sta crescendo sono esponenziali; dall'agosto del 2003 più del 55% dei messaggi in rete rappresentano solo disturbo del traffico. Si può parlare di situazione divenuta patologica.

Molte sono le metodologie di gestione dello spam che nel corso di questi anni sono state applicate per selezionare i messaggi in entrata.

  • La gestione di una barriera chiamata "lista pubblica" o white list, che elenca un insieme di indirizzi o domini "fidati" e "conosciuti";
  • una verifica sulla base delle "liste nere" che mira a bloccare l'inoltro a priori di messaggi a partire da indirizzi che hanno perso il diritto di mittenza ovvero da relativo IP;
  • l'analisi dinamica dei contenuti dei messaggi basata su filtri di tipo euristico, statistico o bayesiano;
  • la negazione scritta od elettronica del consenso all'uso dell'indirizzo di posta elettronica (opt-out) ovvero il mancato esplicito consenso (opt-in).

La mia opinione è che la strada da seguire sia la certificazione di mittenza in senso largo, nell'attesa che nuovi protocolli alternativi a SMTP siano determinati e diffusi: potremmo pensare alla ricerca di nuove strade quali l'introduzione del concetto di autorevolezza della mittenza implicita o esplicita.

Facciamo un passo indietro ed esaminiamo i goal o handicap di business che si prospettano.

  • La gestione richiede implementazione e risorse; l'utente delega la gestione all'operatore e ne subisce l'onere.
  • Vi è la necessità di strutturare un sistema di monitoraggio e gestione ma la tendenza del mercato è che il valore del servizio sia incluso.

Il dato certo è che un aumento del disturbo e delle risorse in campo genera spesso, e può corrispondere ad, una disillusione nell'utilizzo del mezzo. 2,5 miliardi di Euro la stima dei costi in Europa del servizio di posta elettronica, dove il 63% del totale dei messaggi è spam. 8 miliardi di Euro quale sommatoria nelle spese di banda e di difesa.

Necessaria diviene una regolamentazione come risultato di una mediazione triangolare tra Tecnica, Politica e Mercato.

Regolamentare:

  • per poter meglio colpire i mandanti con sanzioni e perseguibilità;
  • per poter correggere abitudini e superficialità d'uso dell'utente;
  • per acculturare diffondendo la cultura della privacy;
  • per consentire di utilizzare il mezzo per fare promozione.

Non nascondiamoci che l'utente medio vuole utilizzare la posta elettronica per promuovere i propri prodotti e le proprie soluzioni ad altri utenti.

Un atteggiamento rigido che cerchi solo di garantire la comunicazione tra persona e persona è destinato a far fallire la posta elettronica perdendo tutti i vantaggi della comunicazione scritta elettronica.

Si tornerebbe alla comunicazione punto e punto, con l'utilizzo della comunicazione verbale o del contatto telefonico.

L'onere nella ricezione dello spam è diffusamente riconosciuto a carico dell'utente, sempre più impegnato a spendere per difendersi.

C'è la necessità di fermare la corsa all'armamento. Una proposta per ribilanciare può partire da una revisione del sistema delle regole. Questa revisione può avere a premessa strategica la costituzione di formali corsie di e-marketing.

Corrispondenza business=>business e privato=>business

Qui si potrebbe standardizzare l'invio di messaggi alla casella info@nomedominio, senza consenso preventivo, con accettazione di default del destinatario taggato info della ricezione di messaggi promozionali.

All'obiezione della quantità di messaggi che questa casella riceverebbe, ritengo ti poter rispondere che il fenomeno altro non potrebbe che sviluppare mercati interessanti, anche per tutta la comunicazione elettronica con analisi dei testi ricevuti, con gradiente o selettività di lettura.

Questa funzione di e-marketing potrebbe diventare intuitiva e popolare già solo sulla base della conoscenza del nome a dominio, senza onere aggiunto per l'operatore. Il mercato di indirizzi e-mail potrebbe risultare utilmente penalizzato, con vantaggio per l'invio di messaggi a target definiti.

Corrispondenza business=>privato

Qui potrebbe essere utile pensare ad una gerarchia a sintassi public.

Ad esempio nomeutente@public.nomeprovider come standard per la ricezione di messaggi di e-marketing o in alternativa public.nomeutente@nomeprovider con public quale tag di consenso.

Sia a lato local-part che a lato host si possono diramare ramificazioni interessanti per la segmentazione del target es.:

  • politica.public.nomeutente@nomeprovider
  • nomeutente@informatica.public.nomeprovider.

Tutto questo può rispondere alla consapevolezza e volontà di gestione preventiva, di certo adatta alle esigenze di portali.

L'onere è traducibile in un vantaggio di gestione e in taluni casi può essere opportunità di business per l'operatore stesso.

Esistono probabilmente utenze disponibili fin da ora: agenzie di comunicazione, relazioni pubbliche, ed alcuni portali aziendali ed istituzionali.

Tutti accomunati dalla necessità di inviare messaggi periodici a predefiniti gruppi di utenti.

Secondary Level Domain ml.it mail.it

Terza ipotesi. A fronte della già consolidata assegnazione d'uso di un dominio potrebbe essere generata la possibilità di assegnare un ulteriore livello sotto il ccTLD a suffisso ml.it ovvero mail.it (esempio bruschi.it ha diritto esclusivo ad ottenere bruschi.ml.it) Il registro dei domini potrebbe richiedere la quota fissa di nn volte l'attuale quota del dominio .it, con policy d'uso estese e molto vincolanti, con severi criteri di monitoraggio d'uso, che garantiscano all'utenza un uso professionale.

Funzioni utente sicure ed affidabili, ad esempio cancellazione a prova "di bomba"; uso di server sicuri; monitoraggio; accreditamento del fornitore di hosting, accorgimenti che leghino indissolubilmente il nome a dominio e l'IP di residenza (IP fisso ed unico, reverse esatto, SPF, certificati digitali, ecc.) coerentemente fissati nelle condizioni di cessione all'utenza da parte dei provider d'hosting.

In estrema sintesi: mercato chiuso ed estremamente rigoroso.

La logica delle tre ipotesi è di contribuire a disarticolare il perverso rapporto di committenza business=>spamming, con apertura di canali e formalismi appropriati di e-marketing, ed auspicato decremento relativo ed assoluto dello spam.

Per approfondimento vedi http://public.it

NOTE

[Nota 1] "Ritengo che il mercato mondiale possa avere bisogno massimo di 5 computer"

[Nota 2] "Non c'è nessun motivo per il quale una persona abbia un computer in casa".

RAIMONDO BRUSCHI

  • La timeline di Raimondo Bruschi è una rappresentazione concentrata ed espressiva, di background umano/professionale della new-economy.
  • In 20 anni ha fatto di tutto lavorando in ogni segmento, dalla piccola concessionaria alla multinazionale.
  • Analisi e programmazione · Helpdesk, organizzazione corsi formativi, analisi e comparazione prodotti di produttività individuale
  • Attività sistemistica e reti dai tempi dei leggendari Sistemi 34,36,38 e As/400
  • Creazione e coordinamento di aree rete e agenzie con divisioni in office automation, informatica e servizi
  • Startup aziendale; responsabilità di canale o di prodotto dalla creazione alla quotazione in borsa.
  • Presidente, amministratore delegato e unico di holding e società di networking, ha trovato la passione e il tempo di occuparsi delle regole di rete.
  • Nella pattuglia dei fondatori della Naming Autority, ha condotto in lista ITA-PE una impegnata e costante contribuzione a lato maintainer.
  • A partire dall' inverno 2002- 2003 con altrettanta passione ha promosso il loro coordinamento sino al riconoscimento del Registro della lista MNTtoMNT@nic.it -di cui è portavoce nazionale- unica constituency a 2 rappresentanti nel Comitato di Regolamentazione del ccTLD .IT.
  • Mantiene, a rappresentazione degli interessi di categoria, interazioni con gli uffici pubblici di garanzia., ministeriali e politico-legislativi
  • A lato spam Raimondo Bruschi ha promosso lo startup della mailist dedicata di riferimento nazionale (cui ha messo a disposizione hosting/housing), sino al riconoscimento di questa come interest group presso ISOC Italia, di cui è socio fondatore e attivo.
  • la rete contro lo spam indice
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