40 ANNI DI REQUESTS FOR COMMENTS (RFC)

Alessandro Berni

INTRODUZIONE

  • Il 7 aprile 2009 ha segnato il quarantesimo anniversario della pubblicazione [RFC1] della prima Request for Comments (RFC), nell'ambito dello sforzo progettuale per costruire quella che oggi conosciamo come Internet.
  • Come suggerito dal nome, le RFC erano vere e proprie richieste (informali) di commenti, che venivano circolate in forma cartacea tra i ricercatori del progetto ARPANET (la posta elettronica ed il file transfer protocol dovevano ancora essere inventati).
  • È da notare che la data del 7 aprile 1969 coincide con l'aggiudicazione alla BBN Technologies, da parte della Advanced Research Projects Agency (ARPA), del contratto per lo svolgimento del progetto ARPANET: ciò dà una idea di quanto sia stato fondamentale il meccanismo delle RFC nello sviluppo della rete.
  • L'autore della prima RFC, Steve Crocker, ha pubblicato in occasione di questo anniversario un interessante contributo sul New York Times, per far conoscere meglio la storia degli umili documenti che hanno modellato il funzionamento di Internet e che hanno avuto un ruolo significativo nel suo successo.
  • In quell'articolo l'autore ricorda che nel 1969 la rete era composta da soli quattro nodi, installati presso lo Stanford Research Institute (SRI), la University of California di Santa Barbara (UCSB), la University of Utah di Salk Lake City, oltre che nella University of California di Los Angeles (UCLA). La comunità dei ricercatori coinvolti in questo progetto di ricerca finanziato dal governo non superava le cento persone, ed era sufficientemente piccola da far sì che tutti si conoscessero personalmente.
  • La tecnologie fondanti della rete furono certamente il risultato di un considerevole sforzo di riflessione e pianificazione, ma fino ad allora nessuno aveva avuto modo di pensare a cosa fare effettivamente con essa.
  • Per questo motivo, una manciata di studenti (Crocker era tra questi) e ricercatori provenienti dai quattro siti incominciò a riunirsi in maniera intermittente a partire dall'agosto 1968, con l'obiettivo di scoprirlo.
  • Il bisogno di mettere per iscritto il frutto di questi incontri fu percepito solo a partire dalla primavera successiva, nella forma di note informali sui protocolli di rete, e Crocker si offrì volontario per organizzare queste note iniziali. Quella che pareva essere un'attività di routine risultò invece in un progetto snervante.
  • L'intento era quello di incoraggiare gli altri ricercatori ad esprimere le proprie opinioni, ma c'era il timore di presentarsi come un gruppo autoritario impegnato a prendere decisioni ufficiali. Crocker in particolare si raffigurava come la vittima potenziale dell'indignazione e della vendetta di qualche prestigioso professore delle Università della costa orientale.
  • Dopo aver perso il sonno a causa di questi pensieri, una notte Crocker si decise finalmente a scrivere il primo memorandum che trattava le comunicazioni di base tra due computer. Siccome i suoi coinquilini, al contrario di lui, dormivano beatamente, l'autore si isolò nel bagno di casa per poter lavorare e, ancora timoroso di risultare presuntuoso, intitolò la nota "Request for Comments".
  • Questa prima RFC lasciò molte domande senza risposta e presto risultò obsoleta. Ma il sistema delle RFC in generale si radicò e fiorì, diventando il metodo formale per la pubblicazione dei protocolli di Internet.
  • Le prime RFC oscillavano tra visioni grandiose e dettagli ordinari, ma questi ultimi ebbero presto il sopravvento.
  • Di importanza secondaria rispetto al contenuto era il fatto che le RFC erano disponibili gratuitamente e che chiunque poteva scriverne una. Invece che sull'autorità.
  • La comunità della rete si affidava ad un consenso a maggioranza orientato all' effettiva funzionalità degli approcci proposti e denominato "rough consensus and running code".
  • Tutti potevano proporre una nuova idea e se un numero sufficiente di persone esprimeva il proprio apprezzamento e la adottava questa diventava uno standard. Tutti quanti comprendevano il valore pratico di scegliere di implementare una certa funzione nella stessa maniera.
  • Ad esempio, se si voleva trasferire un file da una macchina A ad una macchina B ed ognuna delle due parti avesse optato per un metodo differente, allora qualunque altra terza parte C avrebbe dovuto usare metodi diversi per parlare con A o con B. Esisteva quindi una pressione naturale per evitare simili complicazioni.
  • L' evitare di sottoporre i protocolli a brevetti ed altre restrizioni probabilmente semplificò il raggiungimento nel consenso, rimuovendo l'interesse finanziario associato al loro controllo. Questa cultura di apertura applicata al progresso tecnologico fu essenziale per consentire la spettacolare evoluzione dell'Internet.
  • Senza di essa probabilmente anche il Web non esisterebbe.
  • Quando i fisici del CERN decisero di pubblicare una grande quantità di informazione in maniera facilmente accessibile non fecero altro che costruire e sperimentare le proprie idee. Grazie al lavoro di base svolto con le RFC non dovettero chiedere ne autorizzazioni nè cambiamenti al funzionamento della dorsale di Internet.
  • Altri li seguirono in questo esercizio di creazione e di condivisione di tecnologie e di contenuti, fino ad arrivare alle scale attuali che misurano gli utenti in centinaia di migliaia.
  • Da un diverso punto di vista si può notare come ogni protocollo della rete sia stato concepito in modo da essere sia utile in quanto tale che utilizzabile da altri come componente di un sistema più complesso.
  • I protocolli non venivano visti come prodotti finiti ed il dettaglio più minuto dell'architettura di Internet era deliberatamente esposto, per consentire sviluppi successivi da parte di altri.
  • Ciò in totale antitesi con i vecchi modelli associati alle reti telefoniche, in cui ogni aggiunta o uso non autorizzato veniva scoraggiato. In maniera naturale, il progresso per pubblicare le idee e per deliberare sugli standard divenne poi progressivamente più formale.
  • Le riunioni rilassate ed informali crebbero nel numero di partecipanti e cominciarono ad essere organizzate in quello che venne chiamato il Network Working Group.
  • Dall'evoluzione di questo gruppo di lavoro scaturì la Internet Engineering Task Force (IETF), che opera con un minimo livello di formalità e che è ancora oggi aperta a chiunque.

  • Nel corso del tempo la struttura delle RFC ha poi perso la caratteristica di "domanda aperta", volta a stimolare la discussione ed il confronto, per trasformarsi nell'archivio dedicato alla documentazione delle specifiche tecniche della rete, che comprende oggi sia veri e propri standard che contributi di carattere generale da parte della comunità dell'ingegneria e della ricerca.
  • La caratteristica di "domanda aperta" è comunque rimasta negli Internet Drafts, documenti di lavoro IETF, che vengono oggi prodotti nell'ambito del percorso di approvazione delle RFC.
  • Ogni RFC è contraddistinta da una categoria tra quelle definite in [RFC2026] e riassunte nella tabella 1.

  • Specifiche ufficiali dei protocolli di Internet definiti dalla Internet Engineering Task Force (IETF) e dal suo comitato di supervisione (IESG) attraverso regole e procedure ratificate dal consiglio direttivo di ISOC [RFC2026] BEST CURRENT PRACTICE Linee guida ufficiali e raccomandazioni (senza valore di standard) da parte dell'IETF INFORMATIONAL EXPERIMENTAL
  • Documenti senza valore di standard che hanno origine dall'IETF o da contributi indipendenti. HISTORIC Standard superati che sono stati deprecati esplicitamente. Tabella 1 - Categorie delle RFC
  • A fine 2009 si contano più di 5.700 RFC pari a circa 170.000 pagine di testo. Tutte le RFC sono disponibili gratuitamente attraverso l'Internet (www.rfc-editor.org) e sono coperte da regole di copyright molto liberali, essenzialmente intese a prevenire l'evidente abuso del testo delle RFC.

L' EDITOR DELLE RFC IERI E OGGI

  • Per i primi 29 anni la funzione di "editor" delle RFC è stata svolta da Jon Postel, ricercatore dell'Information Sciences Institute alla University of Southern California (USC/ISI) di Marina del Rey.
  • Con il sostanziale aiuto di Joyce K. Reynolds, Postel mantenne la responsabilità della raccolta, pubblicazione, editing on-line ed archiviazione di tutti gli RFC, fino alla sia prematura scomparsa nell'ottobre 1998.
  • Dopo tale scomparsa, motivati dal desiderio di onorare Jon Postel per gli sforzi spesi a beneficio della comunità di Internet, Joyce Reynolds e Bob Braden misero in piedi una piccola organizzazione ad USC/ISI per assicurare la continuità nella funzione di "RFC Editor".
  • Allo stesso tempo, il finanziamento necessario al funzionamento del RFC Editor, precedentemente fornito dal governo degli Stati Uniti, venne assicurato dalla Internet Society (ISOC).
  • Questo supporto finanziario e legale si è protratto fino al 2006 nella forma di contratti annuali rinnovati di volta in volta, e continua oggi attraverso un contratto triennale per il periodo 2007-2009, aggiudicato attraverso una procedura competitiva.
  • Il contributo di Jon Postel è stato ricordato nella RFC 2555 [RFC2555], pubblicata il 7 aprile 1999 in occasione del 30° anniversario della prima RFC.
  • Questa interessante lettura, utile per ricordare l'atmosfera originaria in cui la rete è stata concepita, contiene i ricordi di tre pionieri della rete: Steve Crocker, autore della RFC 1, Vint Cerf la cui visione a lungo raggio continua a guidarci, e Jake Feinler che ha giocato un ruolo chiave negli anni centrali dello sviluppo delle RFC.
  • Tutti i concetti filosofici e storici espressi in [RFC2555] restano validi ancora oggi, anche se alcuni cambiamenti meritano particolare attenzione. Come descritto in [RFC2555] la serie delle RFC fu creata per per catturare il pensiero scientifico ed ingegneristico associato alla sviluppo della rete.
  • La progressiva formalizzazione dell'IETF come consesso formale per la discussione e la documentazione degli standard di Internet, ha fatto sì che i documenti IETF diventassero una fonte sostanziale (ma non esclusiva) della serie RFC.
  • Man mano che l'IETF aumentava di rilevanza i requisiti per la pubblicazione e l'archiviazione dei propri risultati diventavano, comprensibilmente, più rigorosi.
  • Allo stesso tempo, la crescita sia numerica che culturale della comunità della ricerca associata all'Internet, ha fatto emergere la necessità per una maggiore apertura e trasparenza in tutte le proprie componenti costitutive.
  • Ciò si è espresso [RFC4844] nel bisogno di assicurare il giusto bilancio, sia in termini di principio che operativi, tra:
    • Implementazione esperta;
    • Chiarezza nelle line di gestione - sia nell'operazione che nella evoluzione delle RFC; e
    • Meccanismi adeguati per i contributi la valutazione da parte della comunità.
  • Negli ultimi dieci anni il numero dei documenti che costituiscono la serie RFC è più che raddoppiato, e si prevede che questo notevole tasso di crescita continuerà anche in futuro.
  • La crescita di questa attività è tale rendere impossibile lo svolgimento della funzione editoriale da parte di una persona sola, e richiede oggi il contributo di svariati esperti che presi collettivamente costituiscono la organizzazione del RFC Editor.
  • Questa organizzazione è incaricata di agire in supporto della missione delle RFC, assicurando la gestione editoriale della serie secondo processi definiti ed assumendo un ruolo guida nelle discussioni sulle politiche editoriali e di archiviazione.

IL FUTURO PROSSIMO

  • La responsabilità per la gestione editoriale e la pubblicazione delle RFC, ai sensi della RFC 1358 [RFC1358], ricade sulla Internet Architecture Board (IAB). Pur riconoscendo l'evoluzione dei bisogni sia dell'IETF che della comunità della ricerca in generale l'IAB ha espresso l'orientamento di preservare il ruolo delle RFC secondo l'originale mandato volto ad assicurare l'archiviazione della ricerca tecnologica e della documentazione ingegneristica volta a descrivere l'Internet.
  • Il quadro generale previsto dall'IAB [RFC4844] prevede la definizione di una organizzazione di un "RFC Editor" in grado di assicurare il mantenimento delle RFC in conformità con gli obiettivi originari e con la realtà odierna della comunità della ricerca. Nell'ambito di questo quadro generale vengono descritti i "filoni" correnti delle RFC ed i documenti che definiscono l'implementazione corrente.
  • Vengono anche fornite indicazioni chiare sull'evoluzione delle diversi componenti attraverso discussioni e revisioni future. Specificamente, la RFC 4844 fornisce lo statuto della serie delle RFC, descrive i ruoli rispettivi del RFC Editor, dell'IAB e della IETF Administrative Support Activity (IASA) e dettaglia i flussi di contribuzione alle RFC da parte delle diverse comunità costituenti.
  • I concetti organizzativi generali espressi dalla RFC 4844 sono sviluppati ulteriormente nella RFC 5620 [RFC5620], che dettaglia il modello dell'editor delle RFC attraverso quattro componenti distinte: " RFC Series Editor ("RSE"). " Independent Submission Editor ("ISE"). " RFC Production Center. " RFC Publisher.
  • Questo modello è costruito in maniera da consentire lo svolgimento delle diverse funzioni sia in maniera congiunta che disgiunta, attraverso contratti distinti. La catena di comando dipende dalla maniera in cui i contratti vengono aggiudicati, ed è soggetta a variare nel corso del tempo. Di conseguenza il modello organizzativo proposto si limita a descrivere responsabilità, procedure e processi.
  • La RFC 5620 prevede anche la creazione di un gruppo consultivo ed un comitato editoriale indipendente che si occupi delle proposte di RFC che hanno origine dalla comunità della rete. L'obiettivo generale che si intende raggiungere è quello di incrementare la flessibilità delle optioni operative, assicurando una transizione ordinata della funzione dell'editor delle RFC da USC/ISI, che ha assicurato il buon funzionamento del sistema in questi primi quarant'anni, mantenendo qualità, tempi di risposta ed accessibilità dei documenti, migliorando allo stesso tempo le strutture di costo e la trasparenza. I flussi associati alla produzione delle RFC sono riassunti in maniera schematica nella figura 2.
  • Figura 2: Processi ordinari nella produzione delle RFC

  • È importante notare che il modello iniziale di questa nuova modalità di funzionamento è stato approvato dall'IAB nell'ottobre 2008 e che da allora ha già subito alcune modifiche.
  • La pubblicazione nell'agosto 2009 della cosiddetta "prima versione" del modello del RFC Editor [RFC5620] non ne costituisce una "cristallizzazione", ma piuttosto un invito alla revisione da parte della comunità della rete, con l'obiettivo di raggiungere il consenso su questo passo iniziale.
  • Il documento, così come le strutture che ne seguono, verranno modificati come necessario attraverso le procedure consuete delle RFC. L'IAB ha appunto riconosciuto tale possibilità indicando un numero di versione direttamente nel titolo.

CONCLUSIONI

  • L'approvazione della RFC 5620 costituisce una pietra miliare di un processo che è iniziato diversi anni fa.
  • Il prossimo passo significativo avrà luogo del 2010, quando le funzioni che oggi sono svolte dall'Informazion Sciences Institute (ISI) della University of Southern California (USC) verranno trasferite ad altre organizzazioni.
  • Come descritto nel rapporto dell'IAB del dicembre 2009, presentato durante il 76° IETF [IAB76], l'implementazione del modello organizzativo descritto nella RFC 5620 è già in uno stato avanzato:
    • - Sono stati insediati il comitato consultivo (RFC Series Advisory Group - RSAG) ed il comitato consultivo per la scelta di RSE ed ISE.
    • - I contratti per le funzioni di "RFC Production Center" e "RFC publisher" sono stati aggiudicati.
    • - La "call for nominations" per la funzione di RFC Editor è stata chiusa a fine novembre 2009 e la valutazione delle proposte ricevute è in corso.
    • - Le interviste per aggiudicare la funzione di "Independent Submissions Editor" sono in corso.
  • Gli aspetti sopra discussi, che a prima vista possono apparire come "burocratici", assumono invece grandissima rilevanza per tutta la comunità della rete: per comprendere la portata storica di questo cambiamento basta pensare che le RFC sono state gestite da un unico ente, l'USC/ISI, dal concepimento ad oggi, per più di 40 anni.
  • Non deve essere nemmeno sottovalutata l'importanza del cambiamento per i soci di ISOC. I processi "informali" che hanno consentito lo sviluppo della rete come la conosciamo, riassunti nel motto dell'IETF "rough consensus and running code", vengono sostenuti attraverso il supporto legale e finanziario della "casa madre" a cui Società Internet - ISOC Italia afferisce [RFC2031].
  • Si tratta di un importante servizio per tutta la comunità della rete e di un primario obiettivo statutario per la nostra associazione, volto ad assicurare sviluppo, manutenzione, evoluzione e distribuzione degli standard dell'Internet e delle sue tecnologie.
  • Citando ancora una volta Crocker, c'è da sperare che in questa fase di ristrutturazione dell'economia si possa tenere nella dovuta considerazione l'importanza dell'apertura (openness, N.d.T.), specialmente in quegli ambiti industriali che raramente la hanno sperimentata. I più grandi dividendi non vengono pagati in maniera diretta dagli stimoli all'economia, ma bensì dai nuovi orizzonti che vengono aperti all'altrui esplorazione.

Riferimenti

  • [IAB76] http://www.isoc.org/isoc/general/trustees/ docs/dec2009/iab.pdf
  • [RFC1] Host Software. S. Crocker. April 1969.
  • [RFC1358] Connecting to the Internet - What Connecting Institutions Should Anticipate. ACM SIGUCCS. August 1992.
  • [RFC2026] The Internet Standards Process -- Revision 3. S. Bradner. October 1996.
  • [RFC2031] IETF-ISOC relationship. E. Huizer. October 1996.
  • [RFC2555] 30 Years of RFCs. RFC Editor, et al. April 1999.
  • [RFC4844] The RFC Series and RFC Editor. L. Daigle, Ed., Internet Architecture Board. July 2007.
  • [RFC5620] RFC Editor Model (Version 1). O. Kolkman, Ed., Internet Architecture Board. August 2009.

Alessandro Berni

  • Funzionario internazionale presso il Centro Ricerche NATO (NURC) della Spezia. Classe 1967, si è affacciato al mondo delle reti nel 1985-86 curando, su base volontaria, l'aggiornamento della documentazione sulle diverse reti in uso all'epoca, attraverso i server LISTSERV della rete EARN installati in 20 paesi.
  • Dal 1987 al 1993 ha lavorato alla gestione ed allo sviluppo di IUnet, la prima rete geografica italiana connessa ad Internet aperta all'utenza non accademica, contribuendo, tra l'altro, alla attivazione dei country code top level domains (ccTLD) per l'Italia (.it) e Malta (.mt).
  • Nel 1994 è stato co-fondatore della ITnet S.p.A., il primo ISP italiano per il mercato corporate, restandone socio fino alla cessione a Wind Telecomunicazioni S.p.A. nel 1999.
  • Nello stesso periodo ha collaborato alla attivazione del ccTLD per la Santa Sede (.va). Dal 2000 ad oggi è senior systems engineer al NURC, responsabile dello sviluppo e della applicazione delle tecnologie ICT necessarie per lo svolgimento delle attività scientifiche del Centro.
  • Negli ultimi anni i sui interessi si cono concentrati sulle reti di sensori per la sorveglianza ed il monitoraggio ambientale e sugli approcci per l'interfacciamento di reti sottomarine, che comunicano acusticamente, con le reti wireless "tradizionali" basate su IP.
  • Laureato in Ingegneria Elettronica all'Università di Genova, è autore di più di 30 pubblicazioni tecnico/scientifiche e relazioni a convegni, oltre ad essere un contributore regolare dell'ACM Computing Reviews.
  • È membro dell'IEEE, Senior Member dell'ACM e Consigliere di ISOC Italia.
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