TRACCE D'INTRODUZIONE AL WSIS

Laura Abba ~ Giorgio Giunchi

Fra qualche mese a Tunisi si incontrano in un meeting internazionale, sostanzialmente su ispirazione dell'O.N.U., rappresentanti dei governi e dei nodi tecnologici ed istituzionali che "tengono su la rete": per discutere, e forse decidere qualcosa, sulla parte che deve fare ciascuno con questa cosa limpidissima, articolatissima, e pure a prima vista un poco enigmatica, che è Internet. Con questo Quaderno (primo della collana INTERNET GOVERNANCE), ISOC Italia, il Chapter italiano della Internet Society (che è l'editor mondiale dei protocolli della Rete), mette a disposizione di operatori di tecnologia e informazione, e del quadro Politico (e Legislativo ed Amministrativo), gli Atti di un brainstorming tenuto a Roma il 5 Maggio 2005 su ispirazione del Ministero dell'Innovazione Tecnologica e personale di Lucio Stanca: hanno partecipato i soggetti che a vario titolo e modo istruiscono il meeting lato Italia. Segue una selezione dei contributi di un Forum di discussione (internetgovernance@isoc.it) generato ad hoc da ISOC Italia. Chiude uno studio che Vinton Cerf (uno dei "padri" di una Rete che, per fortuna, è ancora "in prima generazione") ha rilasciato per questa edizione al suo corrispondente dell' "era della Fondazione" Stefano Trumpy, Vice Chairman del Governmental Advsirory Committee di ICANN e Presidente di ISOC Italia: grazie particolarmente ad entrambi, e agli ingegneri Davide Adami, Fausto Caneschi e Raffaele Della Santa che hanno prodotto la traduzione. In appendice è stata allegata una mappa delle fondamentali Associazione della Rete, a cura di Laura Abba e Francesco Orlando. Questa introduzione si risolve, per comodità speriamo del lettore, in vece del tipico riassunto, in alcune associazioni di idee generate da un memorandum di citazioni (una per autore) estrapolate dalle relazioni, e qui in calce.

INFRASTRUTTURE DELLA GLOBALIZZAZIONE

La Rete, qui intesa nella sua struttura formale di sistema nervoso capillarmente distribuito, è appunto la più efficiente infrastruttura della globalizzazione - per un peculiare privilegio tecnologico: consente di inputare, distribuire e riscontrare al più basso livello possibile ogni evento riducibile a stato discreto (01, SI NO, PASSA NONPASSA) - in pratica e proprio "ogni evento" (si va indifferentemente dal campo finanziario a quello militare a quello artistico ecc.) - con proprietà di programmazione e memoria.

Internet, la più popolare generazione del protocollo tcp-ip, è lo aspetto critico di questa infrastruttura della globalizzazione - per il suo modello di manutenzione: fenomeno di massa ad incremento esponenziale ormai irreversibile, intercetta con nativo processo di competenza autogestita (pubblico dominio dei protocolli) una sfera cui la politica è sensibilissima: la comunicazione, fonte e strumento di consenso e dissenso, norma e trasgressione.

È facile vedere come proprio il mix di Tecnologia (di rete) e Comunicazione (in rete) generi una sfida ed una problematica gestionale semplicemente inedita. Internet Governance: forse la espressione stessa nasconde, allo stato della esperienza, qualche contraddizione.

Il "modo di produzione e consumo" rispettivo della RETE e della POLITICA sono ovviamente ed evidentemente disallineati.

  • Nel tempo: sincrona la RETE, asincrona la POLITICA.
  • Nello spazio: la latitudine della POLITICA è ancora, e forse inesorabilmente, identificata (e rappresentata) sulla "localizzazione di interessi", mentre la RETE può sopravvivere solo su una rincorsa, replicazione e distribuzione inesausta della propria matrice di ramificazione.
  • Nella gestione ordinaria: l'approccio POLITICO è sostanzialmente e responsabilmente fondato sulla "mediazione", il "problem-solving" della RETE sul "rigore".
  • Nella gestione delle crisi: spesso alla loro consumazione, tipicamente agendo sulle conseguenze, talora in logica di emergenza: la POLITICA. Per controllo sperimentale, tipicamente in logica di programmazione, alla fonte: la RETE.
  • E in fine: probabilmente "ricerca di consenso" in politica e "rough consensus" in rete non sono proprio perfettamente sovrapponibili.

    L'ultimo ed esemplare disallineamento è, come sempre, quello istituzionale:

  • Istituzioni pluriennali di democrazia rappresentativa garantite per ricambio (quando và bene): la POLITICA.
  • Ramificazione di nodi di rete ad hoc (e quindi: nodi di nodi di rete, e nodi di nodi di nodi di rete): la RETE.
  • A questo proposito segnaliamo come molti e importanti contributi di questo quaderno demistifichino immagini distorte e restituiscano la esatta fenomenologia del fattore di partecipazione in rete: una rappresentazione non troppo infedele è forse quella di una responsabilità tecnico scientifica: inedita in quanto distribuita in nodi e processi di pubblico dominio (a contrappeso e vigilanza del rischio di degenerazione dei modelli oligarchico-tecnocratici "chiusi")

    Speriamo di aver dato contributo e cornice ad una migliore esplicazione:

  • della originaria vocazione, matrice e discriminazione di protocolli di rete non-proprietari mantenuti in modalità open source;
  • del background (e della "sensibilità") di "padri fondatori" innestati nel mondo della Ricerca e dello Sviluppo tecnico-scientifico;
  • del peculiare intreccio di partecipazione (nella costituzione e verifica degli standard) e vigilanza (nella segnalazione di incidenti e patologie) giocato dalla comunità.
  • GLOBALIZZAZIONE E DIGITAL DIVIDE

    I nessi di contraddizione fra globalizzazione e digital divide possono forse essere utilmente mappati a partire da una immagine centrale: con ogni distribuzione di messaggio la rete espande proporzionalmente e sincronicamente la propria struttura: point to point in espansione.

    Quando e laddove il processo di normale distribuzione della rete viene stoppato, intercettato, ritardato da qualcosa, da "qualsiasi" cosa, la crisi investe contestualmente forma e contenuto, medium e messaggio, funzione e struttura: in soldoni, ogni interferenza consuma l'uso proprio delle risorse, consuma banda, consuma tempo, brucia futuro - e ovviamente: lesiona il consenso.

    In termini procedurali: il sistema di rete reagisce per feedback: rivela entrambi i lati (tecnico e politico) del nodo di crisi.

    La ricaduta è ovvia ed esemplare: la infrastruttura reticolare della globalizzazione funziona come cartina di tornasole; ad ogni disfunzione Internet diagnostica e propala il modello d'incidente - reagisce - e tutto viene messo in memoria…

    Tutti gli approfondimenti presenti in questa edizione testimoniano il superamento di ogni residuale interpretazione "terzomondista" (tipica del linguaggio politico) del digital divide.

    L'unico e possibile mondo di Internet è la globalizzazione e la geografia del digital divide è figlia sì di sottosviluppo, ma a pari titolo di presunzioni imperialistiche; interferenze governative; emarginazioni dell'Ente Locale e della Pubblica Amministrazione prossimi ai cittadini; privilegi monopolistici ed oligopolistici; tecnologie proprietarie … tutti e multiformi aspetti di violazioni del pubblico dominio della rete, e con ciò stesso concorso in digital divide appunto …

    Anche qui speriamo di aver reso elementi di cornice al duplice alert, che studiosi operatori e finalmente pure i più avvertiti fra i detentori di responsabilità politica, lanciano, anche in questa modesta edizione: "andiamoci piano".

    Andiamoci piano e smontiamo pregiudizi preliminarmente: qui non si tratta della responsabilità di stampa, cinema televisione; non si tratta neppure di una "estensione della telefonia"; e non si tratta del quarto né del quinto né del sesto potere - perchè la rete NON è un potere.

    E i suoi istituti di manutenzione NON sono una lobby.

    (Da un punto di vista tattico poi, l'esercizio di pregiudizi lato politico genera e consolida infallibilmente alterità e antagonismi in Rete, ovviamente …)

    Lo esempio classico e citatissimo di pregiudizio è costituito dai disegni di interferenza politica sugli organi di Registro nazionali - i country code Top Level Domain come il punto .IT - e segnaliamo ancora una volta che proprio la distribuzione della rete nei ccTLD sulla base di rfc 1591 [ISO 3166 Maintenace Agency] rappresentò una decisiva condizione di globalizzazione e articolazione planetaria con superamento dell'obbiettivo ed originario monopolio distributivo statunitense sui gTLD; altrettanto pregiudizievole è la agitata inversione del modello di devoluzione sancito nel Libro Bianco Clinton-Gore (e proprio la costituzione di un modello internazionale di condivisione - "new ICANN" - in pubblico dominio ben ripartito per competenza, è il tema topico di questo Quaderno).

    Andiamoci piano: perché l'evidenza è sotto gli occhi di tutti, in Italia, nel mondo. Alla considerazione tecnica della impossibilità di mantenere efficienza e sincronia introducendo nel sistema organici strati e filtri ridondanti, si accompagna la sempre valida confutazione che, con l'interferenza di tradizionali disallineate tecniche di potere

    la rete

    si spegne

    e non conviene

    a nessuno

    PUBBLICO DOMINIO E MODELLI DI POTERE

    La rete, le reti della ricerca, e Internet in modo clamoroso e "popolare", costringono la politica a rivedere quindi pregiudizi consuetudini e i modelli classici propri: accentramento/decentramento, statalismo/federalismo - in somma moltiplicazione/divisione di poteri.

    La rete "funziona" per distribuzione e fondamentalmente sottrazione di poteri: funziona per competenze riconosciute (tipicamente ai pionieri della prima e vigente generazione, ripetiamo); funziona per metodo sperimentale (un protocollo "passa o non passa" alla versione standard nel corso di un processo di laboratorio); funziona per rough consensus (che la comunità, semplicemente, convalida o meno, e molto praticamente, nel riscontro quotidiano di modelli concorrenti da parte di milioni di utilizzatori).

    Una didattica esemplare ci viene dal metodo di lavoro dell'Internet Engineering Task Force (IETF), l'insieme dei gruppi di lavoro che mantengono le funzionalità di rete attraverso protocolli. Questi sono graduati in "stati di efficienza" per così dire: informativi, propositivi, standard, obsoleti; passano il vaglio dello Steering Group (saggi di prima generazione, padri fondatori) mantenuto per cooptazione di competenze; e i protocolli si chiamano, esemplarmente Request For Comments (RFC) … "richiesta di commenti" …

    Il modello di regola politica rischia particolarissimamente in vece laddove risolve le "norme di pubblico interesse" sul piano "governativo", talora in logica di emergenza, con pratica espropriazione del ruolo parlamentare. Segnaliamo ancora che in Italia manca tuttora una opportunissima e ormai matura Commissione Parlamentare appunto sulla Rete che si confronti periodicamente con i rappresentanti dei nodi istituzionali del network.

    Ora molto si parla di Internet Governance, questo è il tema, questo l'Ordine del Giorno, ma pazientemente si possono recuperare le condizioni ispiratrici di quegli Stati Generali di Constituencies che hanno fondato le Costituzioni degli stati moderni. Del resto queste stesse Costituzioni non sono nate dalla esigenza di comporre la sovranità popolare e quella statuale? La quale ultima, non dimentichiamolo mai, sempre rischia di disvalorarsi nella tesi che la sovranità risiede in chi possiede l'autorità e il potere di decidere lo stato di eccezione …

    Senza opportunismo è da valorizzare un generale modello di interazione partecipata fra il Legislatore, il Governo, e il "mondo della Rete": con la stessa trasparenza con la quale anche in tempi recenti è stata sottoposta a critica qualche immeditata interferenza di legge, governo, pubblica sicurezza.

    Conclusioni: apprezziamo francamente la limpidissima esposizione, e lo approfondimento teorico, nella iniziativa qui edita, di qualificati portavoce della Rete italiana - particolarmente di tre old boys "padri fondatori" dello spessore di Joy Marino, Stefano Trumpy, Enzo Valente.

    Altrettanto apprezziamo e rendiamo di pubblico dominio, per i temi qui oggetto, una importante convergenza di contributi originali da parte di altissimi funzionari dello Stato e della Pubblica Amministrazione: riassumiamo la nostra gratitudine a tutti loro nel citare l'impegno istituzionale e pure personale del Ministro Lucio Stanca e del Consigliere diplomatico Stefano Gatti, per la opera in sede europea di mediazione e promozione di una consulenza permanente fra gli organismi sovranazionali e il "popolo della Rete" ben rappresentato dagli istituti e dagli uomini che la rete hanno impiantato e mantengono quotidianamente in una visione degna di ingaggio lucido e appassionato: Stati Generali sull'Internet, a livello planetario.

    Senza mai dimenticare la sostanza: la partita politica veramente propria e pure autentica sta, semplicemente (per così dire),

  • in un sistema di "concrete garanzie ai fattori di peering di Internet"
  • insieme a "strategico supporto alle Reti della Ricerca", che all'universo dei personal computer hanno trasferito e garantito il background dell'inter-net-working.
  • La parola agli Autori, con le loro relazioni estese e, qui, con memorandum di concetti centrali, selezionati ai soli fini di introduzione dai curatori, ma senz'altro letterali e quindi non infedeli.

    CITAZIONI SUL FUTURO DELLA GESTIONE DI INTERNET

    LUCIO STANCA

    Di particolare delicatezza in questo dibattito è il tema del ruolo dei Governi. La posizione del Governo italiano, che io stesso ho voluto ribadire lo scorso anno in occasione del mio intervento al Public Forum di ICANN tenutosi a Roma, è che NON spetta ai Governi gestire Internet. È tuttavia chiaro che sempre di più nello sviluppo di Internet si affacciano tematiche e problematiche che toccano l'interesse pubblico verso le quali i Governi hanno responsabilità di essere presenti. Anche qui le trattative dei prossimi mesi ci presentano la difficile responsabilità di trovare un punto di equilibrio che salvaguardi libertà, il carattere di sviluppo spontaneo e autogestione della Rete con le responsabilità dei Governi verso delicate problematiche che derivano dal tumultuoso sviluppo di questa infrastruttura critica del nostro tempo. A mio avviso il ruolo dei Governi dovrebbe essere chiaramente delimitato e riguardare: possibilità di intervenire sul funzionamento delle Rete SOLO nel caso che l'autoregolamentazione oggi in essere non funzionasse; adottare misure per arginare le patologie collegate al cattivo uso della Rete facilitare lo sviluppo del mercato e aiutare lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione nei Paesi in Via di Sviluppo

    GANDOMENICO MAGLIANO

    All'interno delle linee-direttrici ha un particolare rilievo, per la delicatezza della materia e per gli interessi trasversali implicati, la gestione di Internet. L'utilizzazione delle nuove tecnologie, di cui Internet costituisce l'applicazione pratica più conosciuta, può effettivamente costituire un efficace strumento nella lotta per la riduzione del digital divide, che ancora costituisce un serio ostacolo alla crescita dei Paesi in via di sviluppo (PVS) ed a maggior ragione, al loro interno, dei cosiddetti Paesi Meno Avanzati (PMA). [...] Costruendo sulla già eccellente collaborazione e sinergia operativa sviluppatasi con il Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie presieduto dal Ministro Stanca, il Ministero degli Affari Esteri - anche tramite l'impegno testimoniato dal pieno coinvolgimento, sia nella definizione delle linee-guida che nella implementazione degli incisivi programmi sul campo, della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, presente a questo Tavolo di Consultazione - intende lavorare alla attivazione di tutti i meccanismi di aiuto ai PVS e PMA in vista della progressiva eliminazione del digital divide. Al perseguimento di tale obiettivo un contributo non secondario è apportato dai primi positivi frutti di quanto promosso dalla Farnesina affinché procedure, criteri d'azione e programmazione delle Organizzazioni Internazionali coinvolte nei Millenium Development Goals siano crescentemente uniformizzati, semplificati e resi tra loro coerenti.

    STEFANO GATTI

    La posizione dell'Unione Europea è quella di preservare l'insieme delle attività degli organismi tecnici che oggi la regolano, cercando tuttavia di trovare una legittimazione internazionale e un collegamento con i sistemi delle Nazioni Unite. E in questo senso l'auspicio è che si possa arrivare ad una conclusione, ad una dichiarazione finale del vertice in cui si inviti il Segretario Generale delle Nazioni Uniti a fare un accordo, sotto forma di una convenzione, un memorandum, un protocollo con ICANN e le principali strutture che gestiscono Internet, senza venire a cambiarne la natura, a modificare immediatamente il loro modo di operare, ma stabilendo una forma e un meccanismo in cui queste agiscono sotto un'egida, un ombrello, una garanzia delle Nazioni Unite. L'idea sulla quale noi stiamo lavorando, sempre come posizione di compromesso è che il Segretario Generale possa essere affiancato da una sorta di gruppo, un comitato di saggi, quindi non solo rappresentative di stati ma anche di tutta l'evoluzione della storia di Internet, che funga da garante e che interloquisca a livello regolare, ogni sei mesi, ogni anno con ICANN per verificare che il lavoro che viene effettivamente fatto, la gestione di questa attività avvenga secondo i principi, i criteri, che i paesi delle Nazioni Unite si aspettano. E in ogni modo dando così legittimità. Interloquendo invece, se c'è qualcosa che non va e si vuole in qualche modo avere un ruolo più attivo.

    STEFANO TRUMPY

    La maggioranza dei paesi sviluppati (incluso il nostro) pensano che va garantito lo sviluppo della rete Internet seguendo e migliorandolo per quanto possibile, lo schema secondo il quale l'Internet è stata concepita e si è sviluppata sino a diventare quella che i governi considerano ormai una "infrastruttura critica" (da garantire quindi alla stregua della rete autostradale, per fare un esempio); questo vuole dire esercitare una attenzione governativa per frenare aspetti patologici legati al cattivo uso della rete ed elaborare un quadro normativo leggero che favorisca lo sviluppo e l'avanzamento tecnologico del settore privato nonché la protezione dell'utenza. Quindi non controllo e supervisione della rete.

    […] Come "chapter" italiano di ISOC abbiamo appoggiato la posizione assunta dal MIT di difesa del modello ICANN basato sul settore privato rappresentato dalle varie "constituency", con approccio bottom up, trasparenza gestionale e rappresentanza negli organi di governo di soggetti provenienti dalle diverse regioni del mondo (si veda la presentazione del Ministro Stanca fatta al meeting di ICANN lo scorso anno a Roma: http://www.isoc.it/documenti/stanca_icann.php).

    VITTORIO BERTOLA

    È provato dai fatti che Internet non si può governare per decreto, e che vecchi modelli iperregolamentati, ancora legati all'antico mondo delle telecomunicazioni nazionalizzate, sono inapplicabili e dannosi; allo stesso tempo, la totale libertà finora garantita al settore privato in molti aspetti dell'informatica e della telematica ha quasi sempre portato alla concentrazione del potere di indirizzo dell'ICT nelle mani di pochi grandi soggetti in poche grandi nazioni, e a politiche che antepongono l'interesse economico di pochi ai diritti dei cittadini, allo sviluppo sociale, alla creazione di impresa e di ricchezza diffusa, e, in ultima analisi, al bene della collettività. Pertanto, un processo efficiente di governance della rete dovrebbe prevedere il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati - governi, aziende e utenti finali della rete - ed essere basato sul confronto aperto di idee e di ragioni, in modo da produrre cambiamenti condivisi, distribuiti ed ottenuti in base all'autorevolezza, anziché in base all'autorità.

    FIORELLO CORTIANA

    Credo che oggi abbiamo di fronte una grande questione democratica, che si inscrive nel processo del World Summit on Information Society: l'indicazione sul fatto che il governo della rete non spetta ai Governi nazionali.

    […] Lo sviluppo di una rete di comunicazione libera, aperta e inclusiva consente la crescita di una società della conoscenza e la via di ergonomia della condivisione capace di garantire crescita, nuovi modelli di business, equità e coesione sociale tra il nord e sud del mondo. […] Sarebbe insomma necessario che iniziassimo almeno a porre come questione in questa seconda sezione del WSIS la questione del bill of rights, che certo non si risolverà in quella occasione, ma deve assumere un valore cogente di tipo protocollare, e non ridursi a tema abbandonato in sterili dichiarazioni.

    VITTORIO PESSINA

    A livello internazionale risulta pertanto indispensabile che sia preservata l'unicità della Rete Internet così come è stata concepita (libera e aperta), che continui a funzionare sulla base di standard tecnologici e normativi comuni, condivisi da tutti i Paesi. In altre parole, se ICANN cessasse un giorno di essere l'organismo soprannazionale chiamato a supervisionare gli aspetti tecnici e regolamentari del sistema di indirizzi della Rete, riteniamo che sarebbe immediatamente necessario creare un nuovo organismo internazionale con gli stessi compiti di coordinamento tecnico della Rete a livello globale e con lo stesso focus sulla risolvibilità universale degli indirizzi e sulla partecipazione di tutti i gruppi di interesse, commerciali e non.

    PAOLO GENTILONI

    Intendo innanzitutto registrare, almeno da parte nostra, una sintonia sia con lo sforzo che il Ministro ci ha descritto e che veniva ripreso anche dal consigliere Gatti, di costruire una posizione comune europea, e sia con questo tentativo difficile, ma ovviamente necessario di equilibrio tra la possibilità di una maggiore legittimazione nell'ambito del sistema delle nazioni unite e contemporaneamente di evitare che questa esigenza porti a una restrizione del potenziale di libertà della rete Internet.

    ANTONIO PALMIERI

    Internet è nata e si è sviluppata in primo luogo nei paesi dove c'è democrazia e libertà ma vero è che l'esperienza di questi ultimi anni mostra che la Rete stessa può contribuire a fondare una democrazia o quanto meno a diffondere l'anelito alla libertà, proprio per il suo carattere pervasivo e la sua capacità di superare i confini e i limiti fisici.

    [...] Poiché è evidente che i Paesi che comprimono la Rete e la sua libertà (e non solo quella) non modificheranno i loro atteggiamento per il fatto che noi gli si dica che Internet deve essere libera, forzare lo scontro su questo punto forse potrebbe non essere la soluzione più idonea. Si potrebbe più utilmente fare di Tunisi una tappa intermedia, che non pretenda di risolvere tutte le questioni aperte (prima fra tutte quella della libertà della Rete) e lasciare che nel frattempo maturino le condizioni per cui questi Paesi modifichino il loro comportamento! Un approccio contenitivo, difensivo se vogliamo, che però ha il vantaggio di tenerci ancora tutti insieme attorno a un tavolo a trattare e consente di non rompere il cammino verso un accordo che dobbiamo costruire nel tempo, con tenacia ma anche con grande pazienza.

    LUISA FRANCHINA

    Ad oggi rilevanti sono stati i risultati ottenuti dal punto di vista del rispetto dei principi fondamentali, vale a dire la libertà di accesso alle informazioni, il ruolo dei media, la difesa e la promozione della diversità culturale e il concetto di buona governance. È stato inoltre giustamente riconosciuto il ruolo decisivo delle discipline giuridiche e regolamentari nella creazione di un ambiente propizio alla concorrenza, così come l'importanza della tutela della proprietà intellettuale, nonché la necessità di definire strategie on line (eStrategy) a tutti i livelli appropriati.

    […] Si potrebbero inoltre prevedere iniziative nel campo della cooperazione internazionale per le tecnologie della società dell'informazione (TSI) e per lo sviluppo di reti internazionali per la ricerca e l'istruzione. A questo proposito, sarà importante studiare nuove modalità per trarre profitto dai programmi esistenti, compresa la possibilità di partenariati pubblico-privato.

    ALBERTO TRIPI

    Internet può essere considerato il motore della Società Secondo una ricerca condotta a livello internazionale (Fonte: Trust Barometer) su 1.500 opinion leader, Internet è ormai la terza fonte di informazione mondiale dal punto di vista quantitativo, dopo televisione e carta stampata. Ma può essere considerata la prima dal punto di vista qualitativo, per la vastità dei contenuti e l'interattività che la contraddistingue.

    […] Innovazione, come motore della competitività, e Inclusione per combattere il divario digitale e incoraggiare la partecipazione: sono i due pilastri per la realizzazione di una Società dell'Informazione per tutti.

    GIUSEPPE CRIPPA

    In sintesi le ONG italiane, unitamente alla comunità europea e internazionale del settore non governativo, sono impegnate perchè si affermino sistemi inclusivi di governance della rete con il coinvolgimento più largo possibile delle rappresentanze dei diversi protagonisti e portatori di interesse e di interessi.

    […] Sul terreno della cooperazione internazionale le ONG sono in grado di offrire un apporto specifico, non solo come suscitatrici di partecipazione di base anche dei contesti più difficili, ma anche di capacità di intrecciare gli aspetti tecnici con l'organizzazione dello sviluppo locale, con la crescita delle capacità locali: dei singoli, delle comunità, ma anche delle istituzioni."

    ANTONELLA GALDI

    La preoccupazione principale dei governi locali italiani verte sulle modalità per assicurare che l'uso delle ICT porti benefici pratici a tutti gli abitanti del pianeta. La crescita economica senza inclusione sociale non comporta affatto una maggiore prosperità per tutti i settori della società, al contrario essa può persino incrementare i divari sociali esistenti, creando ulteriori disparità. L'inclusione e la cooperazione tra i diversi livelli di Governo sono punti focali per la riuscita del processo di introduzione delle ICT nella gestione del territorio e nel rapporto cittadino - Pubblica Amministrazione.

    […] ANCI ritiene che, per il successo dell'operazione, è essenziale che il fondo di solidarietà digitale globale e l'agenzia di solidarietà digitale mondiale, creata nel contesto della roadmap approvata dal primo summit delle NU sull'Information Society, siano implementati con il pieno riconoscimento del ruolo delle Città e dei Governi locali.

    ENZO VALENTE

    Sappiamo tutti, infatti, che il protocollo TCP/IP o altri strumenti come il Web sono stati creati nell'ambiente della ricerca quando non si parlava ancora di Internet. Nella fattispecie il Web (che ha dato enorme sviluppo a questo Internet) è stato ideato (1989) e sviluppato al CERN di Ginevra per soddisfare le richieste dei fisici delle Alte Energie. Si aveva bisogno di uno strumento per far scambiare efficientemente e in modo semplice dati elaborati da calcolatori con caratteristiche hardware e software diverse, dedicati al controllo di complesse apparecchiature scientifiche per la rivelazione di interazione tra particelle generate dall'acceleratore LEP.

    […] In conseguenza della sua quasi trentennale esperienza, il GARR ritiene di suggerire alcune raccomandazioni da portare come contributo italiano al Summit di Tunisi:

    […] ottenere l'abolizione dei monopoli degli operatori di telecomunicazioni (monopoli veri o mascherati che siano). L'investimento che un'azienda deve fare per costruire una propria rete informatica e il prezzo che un cittadino deve pagare per accedere a servizi Internet variano enormemente da paese a paese e, paradossalmente, sono più alti nei paesi a più basso reddito individuale.

    STEFANO CACCIAGUERRA RANGHIERI

    Di fatto, però, oltre il 50% della popolazione mondiale è completamente esclusa dai benefici offerti dall'ICT, nonostante l'accesso alla informazione sia stato dichiarato "diritto fondamentale" nella Dichiarazione dei Principi approvata nel corso del WSIS -Vertice Mondiale sulla Società della Informazione- Ginevra dicembre 2003. Il solco del digital divide continua a rappresentare una marcata spaccatura tra paesi poveri e paesi industrializzati. È quindi urgente concertare ed intraprendere azioni a livello nazionale, regionale ed internazionale per rimuovere gli ostacoli che attualmente impediscono -soprattutto ai PVS- l'accesso alle nuove tecnologie, promuovendo investimenti nelle infrastrutture, nella connettività e nelle diverse applicazioni di rete.

    […] Obiettivo del Vertice è quello di contribuire a creare una "Società della informazione" universale nella quale tutti i cittadini, attraverso un facile accesso all'ICT, possano liberamente creare, condividere e utilizzare l'informazione per il proprio sviluppo economico, sociale, culturale e politico. Il "digital divide" genera povertà di informazione e conoscenza che limita fortemente la possibilità di crescita di numerosi gruppi della popolazione mondiale i quali, sempre più nettamente, sono separati da un profondo solco dai paesi più ricchi.

    MATTEO COLOMBO

    Si può quindi affermare che lo sfruttamento delle potenzialità di Internet, economiche incluse, in Italia decollerà nel momento in cui ci sarà la democrazia partecipativa della rete, ovvero quando tutte le parti in causa saranno a conoscenza di rischi e vantaggi, quando la scelta di non utilizzare Internet sia volontaria e non imposta né dalle circostanze (motivazioni tecniche) né da deficit culturali. Questo, ovviamente, non si deve tradurre nell'anarchia della rete, situazione che oggi si ha la sensazione di vivere navigando su Internet; così come in mare una barca ha bisogno di una strumentazione di bordo e di una rotta ben definita, così nella rete delle regole a tutela dell'utente sono oggi più che mai necessarie. Organizzazioni private con peso internazionale come l'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ed ITF (Internet Task Force), oltre ad occuparsi di questioni squisitamente tecniche, dovrebbero capire quanto alcune decisioni possano influenzare la rete e quanto le regole che governano Internet siano anche etiche.

    GIANBATTISTA FRONTERA

    [livello internazionale] Lasciando il controllo dei ccTLD ai rispettivi governi nazionali, gli USA, fatto salvo il ruolo tecnico di ICANN, vorrebbero riprendersi il controllo sui gTLD e sulle modifiche alla "authoritative root zone", ossia operare, di fatto, un controllo "alla fonte". Dato che, i due livelli su cui operare un controllo da parte di uno stato sono il mezzo trasmissivo ed il sistema di indirizzamento che lo comanda, non riuscendo, per motivi logistici, ad ottenere il controllo sul primo al di fuori dei loro confini nazionali, hanno necessariamente optato per mantenere almeno il controllo sul secondo.

    [caso Italia] Non ci vuole un giurista o un economista per capire che, se non si obbliga l'Incumbent di un monopolio come quello delle telecomunicazioni, naturale per eccellenza (...) a separare realmente la rete dai servizi, o quanto meno lo si esclude da questi meccanismi di contributi, di fatto lo Stato aiuta l'azienda predominante a rafforzare la sua posizione di mercato, contrariamente a quanto previsto dalle normative europee.

    LAURENT MANDERIEUX

    Poiché Internet si è sviluppato inizialmente in un ambito anglosassone, è chiaramente a valle che il problema dell'Internet Governance è stato posto finora e questo non deve mai essere dimenticato. Internet si è sviluppato con successo secondo il principio bottom-up, mentre la norma regolatrice (top-down) è stata introdotta per regolarlo a valle. É dunque cruciale, per le democrazie di diritto continentale, non cercare di ostacolare inutilmente i fattori di crescita e sviluppo di Internet per inventare una nuova "ruota", col rischio di rompere l'attuale equilibrio, imperfetto ma pur sempre funzionante con successo. Perciò, nel modo di procedere dell'Europa continentale di fronte ai problemi di Internet deve prevalere una buona dose di pragmatismo.

    […] La fine del MoU su ICANN e la soluzione scelta dagli Stati Uniti per la continuazione di ICANN lascerà sicuramente ai giuristi un ampio spazio di manovra per creare progressivamente, probabilmente in più tappe, un ordine che, auspichiamo, sia di carattere tripartitico e costituito da:

  • 1) utenti (con rappresentazione bottom-up e geografica),
  • 2) tecnici (anche con rappresentazione bottom-up e geografica) e
  • 3) governi. La rappresentazione bottom-up delle due prime categorie potrebbe permettere, con diversi meccanismi aggiuntivi, di controbilanciare in parte i sistemi non completamente democratici di alcuni Stati, limitando così i rischi di top-down e permettendo un coinvolgimento dei settori pubblico e privato nelle governance.
  • MASSIMO MARESCA

    Oggi Internet è evoluta verso un sistema di comunicazione nel quale gli aspetti della ricerca sui modelli di "governance" sembrano prevalere rispetto agli aspetti della ricerca scientifica e tecnologica. La sperimentazione di ICANN, ed in particolare il rapporto tra essa ed i governi, rappresenta un esempio significativo di ricerca su tali modelli, attraverso il quale si cerca di introdurre elementi di "democrazia" nelle strutture di governo della rete, confinando la ricerca scientifica e tecnologica "eccellente" allo studio di aspetti di nicchia, legati all'introduzione di servizi molto avanzati e quindi non di immediato interesse. Invece la ricerca scientifica e tecnologica sui temi di Internet può essere valorizzata anche ed in particolare in supporto alla "governance" della rete, in particolare ad esempio per lo sviluppo di tecnologie a supporto della crescita e della diffusione dei servizi.

    […] Il fondamento teorico di Internet […] è costituito dai concetti del "best-effort", del "low-cost" e del "rough consensus", che rappresentano un significativo cambio di paradigma rispetto all'approccio tradizionale alle telecomunicazioni dell'era pre-Internet.

    JOY MARINO

    […] dobbiamo soprattutto preoccuparci di non far perdere la formula magica che era all'origine. Dubito che Jon Postel & co. avessero in mente reti ottiche a decine di Gbit/sec ed applicazioni come VoIP o IPTV quando misero mano ai rudimenti della comunicazione packet-based; semplicemente, le reti troppo ben pianificate non tengono conto del fattore "futuro". Analogamente, troppe regole, troppe prescrizioni, così come un allenatore troppo miope e prevaricatore, possono guastare un talento naturale. […] Guardando alla pervasività di Internet in tutte le attività della nostra vita quotidiana, da quelle legate alle attività economiche a quelle sociali e relazionali e perfino ludiche, non si può non osservare che siamo tutti, a vario titolo, "stakeholders", azionisti di questa impresa globale. E come azionisti abbiamo titolo ad alzare la voce e difendere i nostri interessi, secondo le regole (mi verrebbe da dire meta-regole, in quanto fanno riferimento ad un sistema di valori, la democrazia, che trascende l'argomento specifico) che applichiamo usualmente per bilanciare interessi inevitabilmente contrastanti.

    […] Si tratta di preferire, ogni volta che è possibile ed ogni volta che c'è il consenso necessario, forme di autoregolamentazione rispetto ad imposizioni di legge. Si tratta di convenire su poche, semplici, linee guida, da declinare poi in precetti e regolamenti, accettando che questi debbano essere scritti e riscritti più volte, non per accrescimento, come ahimè accade a tante leggi nel nostro Paese, ma applicando il rasoio di Occam ogni volta che l'implementazione non segue più fedelmente le linee guida convenute.

    […] Anche su questo fronte il ruolo dei "tecnici che hanno fatto Internet" può essere fondamentale, perché è sulla base dell'esperienza che si può definire quanto è realistico ottenere in termini di raccolta di dati e che cosa è economico realizzare, ed anche che cosa è ragionevole mettere sotto osservazione, avendo ben presente che è interesse di tutti proteggere i fruitori della Rete, cioè noi tutti netcitizens, dalle patologie del mondo virtuale nonché dalle patologie del mondo fisico traslate nel mondo virtuale.

    MAURO MILITA

    Indubbiamente Internet nasce come fenomeno libero e questa caratteristica ha permesso alla Rete di crescere e penetrare gli strati della società civile indipendentemente dalla collocazione geografica e dai singoli contesti socio-politici. Aver superato un controllo politico nei primi stadi di sviluppo ha portato ad una situazione nella quale i nuovi aspetti introdotti dalla natura stessa della Rete, come ad esempio la non-territorialità di un luogo virtuale, hanno trovato il mondo politico in generale e le legislazioni dei singoli paesi impreparati ad affrontarli.

    […] Ben riassumono questi concetti, le parole contenute nella Lettera Apostolica "Il rapido sviluppo" che Giovanni Paolo II indirizzava agli operatori delle Comunicazioni Sociali il 24 Gennaio 2005: "Se le comunicazioni sociali sono un bene destinato all'intera umanità, vanno trovate forme sempre aggiornate per rendere possibile un'ampia partecipazione alla loro gestione, anche attraverso opportuni provvedimenti legislativi. Occorre far crescere la cultura della corresponsabilità."

    ALESSANDRO NICOTRA

    Il nome dato al vertice di Tunisi è di quelli impegnativi: "World summit on the information society". Impegnativo ed ostico, perché dietro quella parolina: "informazione", coesistono e sembrano fronteggiarsi due approcci e due modi d'intenderla. Da un lato l'approccio scientifico e culturale di chi vede nell'Internet uno straordinario veicolo di diffusione del sapere che, grazie alla libera circolazione delle idee (altrimenti definite in alcuni casi "prodotti" o "beni intellettuali"), permette tassi di crescita e di sviluppo rapidissimi, dovuti proprio alle sinergie ed alle collaborazioni rese possibili dal corretto e libero uso di questo mezzo. Dall'altra parte, invece, vi è l'approccio di chi è consapevole che l'informazione è "potere" ed intende la "governance" non come un problema di coordinamento tecnico-gestionale, ma come una questione politica ed economica, giustificata da ragioni di ordine pubblico e di tutela della proprietà intellettuale.

    […] Contro le [Patologie della Rete], potete aspettarvi appoggio ed idee da parte dei "veterani" e del "popolo della Rete". Sostegno a "Pubblic Policy"… sostenibili e sostegno pubblico a cooperazioni e trattati che migliorino la gestione della Rete, che contrastino le patologie della Rete….

    VINTON G. CERF

    La rete Internet si è evoluta notevolmente dalle sue origini che risalgono ai primi anni settanta grazie al lavoro sponsorizzato dall'U.S. Defense Advanced Research Projects Agency. Il progetto era già concluso nelle sue parti essenziali nel 1973, reso pubblico nel 1974 e realizzato nelle comunità accademiche e militari a partire dal 1 gennaio 1983. Nei venti anni successivi sono successe molte cose. I primi servizi commerciali Internet risalgono al 1989 dopo l'interconnessione di Internet ad altri servizi commerciali di e-mail. A partire dal 1993 sono apparse le versioni commerciali del World Wide Web, e nel 1995 fu introdotto il primo servizio commerciale di Voice over IP, che, a distanza di otto anni dalla sua introduzione, ha iniziato dal 2003 a crescere rapidamente (vedi anche Vocaltec: http://www.vocaltec.com/html/about/company.shtml). L'Internet del futuro sarà plasmato da forze di regolamentazione, commercializzazione, sviluppo tecnologico e da un'ampia gamma di linee politiche locali, regionali, nazionali e internazionali, che si muovono nello stesso modo inevitabile di quelle che governano la tettonica a zolle.

    [...] Internet Governance è un termine ambiguo e non ha una definizione semplice, tanto che spesso ha significati diversi per persone diverse, cosa che porta a dibattiti accesi.

    [...] Il concetto di Internet Governance, comunque, non può essere semplicisticamente limitato al ruolo rivestito da ICANN; si tratta di un concetto che include moltissime problematiche quali la calunnia, la diffamazione, la frode, la mistificazione, le politiche fiscali, la protezione della proprietà intellettuale (trademark e copyright), la protezione del consumatore, il controllo sulla stabilità ed integrità di funzionamento del sistema DNS, la protezione della privacy per le informazioni personali memorizzate nei registri del domain name system, il controllo sulle intercettazioni di traffico e-mail, la comunicazione VOIP, la comunicazione istantanea (Instant Messaging) e altre modalità di comunicazione. I lettori attenti potranno generare liste ancora più lunghe e capire che le problematiche citate sono molto più vaste delle specifiche responsabilità di ICANN.

    [...] è necessario che ICANN lavori con le altre parti interessate per trovare punti d'incontro appropriati, in modo da risolvere le problematiche di governance associate a Internet. [...] Una delle maggiori difficoltà legata alla gestione di Internet sta nel capire quanto essa ricada nei regimi regolatori esistenti, o quanto richieda una visione più ampia.

    [...] Piuttosto che regolamentare Internet sommando tutte le regolamentazioni per ogni modalità di comunicazione possibile, sarebbe meglio riesaminare le basi della regolamentazione delle vecchie tecnologie alla luce dei loro analoghi in Internet.

    [...] Il Vertice Mondiale sulla Società dell'Informazione (World Summit on the Information Society) è un'iniziativa della International Telecommunication Union (ITU) e delle Nazioni Unite (ONU) che ha lo scopo di trattare in modo globale le infrastrutture dell'informazione in modo da considerare le possibilità di controllo che ne stimolino la crescita e la diffusione nel mondo.

    [...]Tra i molti aspetti in discussione c'è la questione della gestione di Internet (Internet Governance). Nei molti dibattiti che hanno portato al vertice è risultato chiaro che il significato e la portata di Internet Governance sono stati confusi sotto due aspetti. Per prima cosa si è assunto che ICANN sia l'ente che si occupa di Internet Governance e poi che questo sia o un compito troppo grande per ICANN, e quindi che ICANN dovrebbe passare la mano, o che il ruolo di ICANN sia limitato, ma al contempo insufficiente e quindi la materia della Internet Governance dovrebbe essere passata all'ONU o ad una sua agenzia.

    Quaderno WSIS 2005 indice
    abba giunchi