- La metafora
dell’elefante e dei ciechi è ben nota in svariate culture e non
staremo qui a ripeterla: ogni volta che abbiamo a che fare con concetti
complessi che non riusciamo a padroneggiare nella loro interezza ognuno
di noi, in qualche modo, privilegia un aspetto specifico, che può
essere la solidità lignea della gamba, la destrezza della proboscide,
l’agitarsi del grande orecchio, le dimensioni di una piccola coda, ma nessuno
coglie l’essenza dell’insieme.
- Questo
vale anche per la democrazia, che tanti definiscono secondo la propria
visuale, quando non addirittura secondo il proprio interesse, ma comunque
perdendo di vista il quadro d’insieme.
- Ancor
di più la e-democracy, come una specie di elefante elettrico (per
contaminare un titolo di Philip K. Dick), è tante cose diverse a
seconda dei punti di vista, inevitabilmente, dato che è a tutt’oggi
ancora in divenire.
- Il quadro
d’insieme che viene fuori dai numerosi contributi di questo capitolo è
interessante ed auspichiamo che consenta al lettore di comporre una visione
abbastanza completa di che cosa significhi e-democracy oggi.
- Sebbene
molte considerazioni di questo capitolo nascano dalla realtà italiana,
il tema della e-democracy resta inevitabilmente globale, sia pur declinato
secondo i diversi contesti locali.
- Il punto
di vista sociologico è ben rappresentato da Stefania Milan che vede
soprattutto gli aspetti positivi che gli strumenti di e-democracy possono
introdurre nella società e nel rapporto tra cittadini ed istituzioni.
- Sottolineando
l’importanza delle iniziative che sorgono dal basso, vengono approfonditi
gli aspetti delle consultazioni pubbliche.
- Per Juan
Carlos de Martin la democrazia (italiana) è debole, ma può
iniziare un percorso evolutivo a partire dalla e-democracy che porti a
forme di democrazia rappresentativa più partecipate.
- Antonio
Martino discute intorno alla democrazia, rappresentativa o diretta, e vede
la “democrazia liquida” come una terza via che può trovar spazio
in un contesto politico i cui miti fondativi sono purtroppo crollati.
- Arturo
Di Corinto considera inevitabile l’azione di cambiamento esercitata dalla
e-democracy sulla politica e riporta alcuni esempi del recente passato.
Sono esempi di come sia stato possibile migliorare il sistema attraverso
il media Internet, che però non ha cambiato le regole del sistema.
- Ma non
è detto che non possa farlo nel prossimo futuro.
- Per Fabio
Chiusi la democrazia digitale è un vero e proprio mito a cui tutti
mostrano di credere, ma che a tutt’oggi può mostrare un bilancio
assai magro.
- C’erano
speranze che l’e-democracy potesse essere di aiuto alle democrazie che
languono, ma non è stato così, non tanto a causa della Rete,
piuttosto perché Internet non è stata parte della soluzione.
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