- La democrazia
è stata sempre un sistema in minoranza tra le forme di governo.
- Solo oggi
molti Paesi dichiarano di essere democratici, ma quando si analizzano i
criteri che li sorreggono, balza subito agli occhi che vengono a volte
a mancare i pilastri su cui si fonda la democrazia. La democrazia ha bisogno
di condizioni minime per essere assunta come tale:
- a) la
partecipazione politica del maggior numero di persone,
- b) l’uso
della regola della maggioranza,
- c) i diritti
di partecipazione comunicativa sia individuale che tra cittadino e pubblica
amministrazione,
- d) protezione
permanente dei diritti civili all’interno della sfera democratica,
- e) controllo
delle decisioni del governo,
- f) elezioni
regolari e pulite,
- g) suffragio
uguale e universale, vale a dire “una testa, un voto” e votano tutti salvo
i minorenni e quelli specificamente discriminati per legge,
- h) tutti
hanno diritto di presentarsi alle elezioni come candidati,
- l) diritto
alla libera espressione,
- m) diritto
delle minoranze di fronte alle maggioranze,
- n) possibilità
di formare soggetti collettivi per presentarsi alle elezioni [1].
- Come sostiene
Bobbio [2], i valori ai quali s’ispira la democrazia sono: la libertà
e l’uguaglianza.
- Naturalmente,
però, si deve rilevare il necessario equilibrio di codesti principi
perché la massimizzazione di qualsiasi valore va in detrimento degli
altri.
- La democrazia
può essere descritta come un insieme di clausole di comportamento
ma l’implementazione di valori massimizzati metterebbe in discussione la
piena realizzazione di queste clausole all’interno del sistema democratico.
- Detto
in altro modo, le clausole enunciate per produrre democrazia possono essere
realizzate in modo da rendere facile la verifica della loro soddisfazione;
i valori, invece, hanno bisogno di ponderazioni e quindi sono difficilmente
controllabili con una verifica empirica.
- In merito
alla democrazia, si è sempre parlato di democrazia diretta o rappresentativa.
- L’animus
della prima risiede nella consapevolezza che ogni cittadino può
partecipare direttamente alle decisioni; la seconda, invece, richiede un
mandato o delega del cittadino a un suo rappresentante.
- Notevoli
discussioni sono sorte in merito alla natura del mandato, ossia se esso
sia imperativo, permanente o reversibile. In conformità a ciò
che è stato detto prima e ai principi enunciati, si preferisce una
democrazia rappresentativa, seguendo Bobbio che considera non ottimale
una democrazia diretta per grandi masse di persone.
- Oggi,
col mutamento dei mezzi di comunicazione nasce un nuovo modo di democrazia
che molti chiamano “liquida”.
- Per democrazia
liquida si intende la commistione di democrazia rappresentativa e democrazia
diretta [3].
- Per esempio
il Comune di Milano opera attraverso un sistema di democrazia rappresentativa
ma è stato sviluppato uno strumento software “Open Deliberative
Community Networks (DCN)”, per il quale i cittadini di Milano possono praticare
la democrazia diretta andando a vedere quali sono i temi all’ordine del
giorno nella Giunta comunale e proponendo sostegni, critiche o modificazioni.
- Ci sono
molti strumenti software per fare democrazia liquida, però ognuno
contiene al suo interno almeno un difetto, dovuto alla consapevolezza che
alla base ci sono degli strumenti di scelta collettiva che hanno dei problemi
quando le scelte sono più di due.
- Il più
noto è Liquidfeedback che è un software libero studiato per
raccogliere e promuovere la formazione di opinioni condivise all’interno
di una comunità.
- Il software
si propone di creare una descrizione accurata delle opinioni espresse dai
membri della comunità, senza che sia alterata da gerarchie sociali
e dalle disparità di conoscenze nei partecipanti.
- Lo strumento
adopera criteri di selezione per le votazioni in modo da evitare che due
proposte divergenti siano approvate.
- Ogni individuo
è incoraggiato a promuovere le sue iniziative oppure dare la sua
rappresentanza a un’altra persona che ritiene più idonea nella materia
da trattare.
- Il primo
mito che cade è quello dei molti regimi che si dicono democratici
perché la parola oggi ha una buona reputazione [4].
- Persino
il governo di Francisco Franco, in Spagna si dichiarava democratico.
- Il secondo
mito che cade è quello del mandato imperativo nella democrazia rappresentativa.
- Partendo
dal presupposto che l’eletto è il candidato e non il partito, si
sono creati veri e propri casi di trapasso di un candidato da un partito
ad un altro all’interno della stessa legislatura [5].
- La democrazia
rappresentativa si basa sul presupposto che il popolo esercita la sua sovranità
attraverso il voto eleggendo dei rappresentanti e conferendo loro una delega
ad agire per proprio conto.
- Secondo
la consuetudine seguita finora, i rappresentanti, una volta ricevuta questa
delega, la esercitano fino alla successiva tornata elettorale secondo quello
che a loro giudizio è l’interesse del Paese.
- Non è
previsto un confronto in tempo reale con i rappresentati.
- Le elezioni
sono eventi discontinui, fanno il computo delle opinioni, stabiliscono
chi governerà, ma assai meno il contenuto del governare.
- Ovviamente
i governanti ricorrono sempre a verifiche per capire come cambiano le opinioni
rispetto alle attività legislative ed esecutive.
- Si tenga
conto che la prerogativa di prendere decisioni è di chi governa,
non di chi è governato.
- Ma il
presupposto era, nel passato, di una società che era informata attraverso
mezzi di comunicazione di massa, di partiti con un programma e delle scadenze,
con ideologie dichiarate.
- Tutto
questo è venuto meno: la società s’informa di più
attraverso la Rete che attraverso i media tradizionali; i partiti stanno
perdendo rappresentatività in tutto il mondo e le ideologie si sono
tanto assottigliate da sembrare ombre d’ideologie.
- Il mandato
è messo in discussione e i rappresentati vorrebbero qualche verifica
attraverso la rete durante il periodo di rappresentanza, verifica che prima
si faceva all’interno dei partiti.
- Il terzo
mito a cadere è quello della rappresentatività dei partiti
politici.
- Questi
hanno perso le caratteristiche che lo facevano un punto fondamentale tra
elettorato e governo.
- La crisi
della democrazia rappresentativa è stata accelerata dalla crisi
e dalla scomparsa dei partiti ideologici tradizionali, i quali, nella fase
di assestamento della democrazia moderna, avevano giocato il cruciale ruolo
di raccordo tra le istituzioni e il cittadino, organizzando il consenso
e, contemporaneamente, controllando i rappresentanti.
- Le possibilità
di democrazia liquida in Paesi come l’Italia e la Germania sono altissime
perché ci sono dei partiti che stanno adoperando piattaforme di
democrazia liquida come il Partito Pirata e il MoVimento 5 Stelle. Inoltre,
in molti comuni si sta cominciando ad adoperarla; quindi è un problema
di tempo di abituarsi a usare le due forme di democrazia e non voler risolvere
il tutto con una sola.
- In America
Latina Internet è adoperata ancora da una minoranza di cittadini
e i partiti politici non le prestano alcun interesse. Il caso più
sviluppato è quello del Brasile, dove hanno potuto realizzare dal
1989 il bilancio partecipativo prima in Porto Alegre e poi in quasi tutte
le grandi città.
- Esso fu
proposto anche in altri Paesi della Regione come Argentina, Uruguay, Chile
e Peru, e reso obbligatorio, attraverso una legge, in Messico ed Ecuador.
- Il Brasile
ha una politica di Stato in riferimento a Internet che parte dal governo
elettronico ed arriva ai tribunali informatizzati, quindi è prevedibile
che in non troppo tempo la democrazia liquida possa essere realizzata.
- In Brasile
il voto è elettronico in tutto il Paese, che ha una superficie di
8 milioni di km2 e più di 200 milioni di abitanti.
- La caduta
di falsi miti e false percezioni ci riporta nel nuovo secolo con una democrazia
rappresentativa zoppa e una diretta ancora incompiuta.
- È,
infatti, il tempo della democrazia liquida.
Note
Bibliografiche
- [1] Dati
liberamente presi da diversi testi e lezioni che l’autore ha sentito direttamente
da Norberto Bobbio
- [2] Il
futuro della democrazia, 1984
- [3] E
dovuto al sociologo Zygmunt Bauman il concetto di modernità liquida
per definire lo stato fluido e variabile della società attuale senza
valori solidi e sommersa dall’incertezza per la grande rapidità
dei cambiamenti. Ciò che prima erano nessi potenti ora sono lacci
provvisori e fragili.
- [4] In
Macchiavelli, XXXIV del libro 1 M Discorsi porta il significativo titolo
«L’auturitá dittatoria fece bese e non danno alta Repubblica
romana». Ma aveva due limiti: non poteva eccedere i sei mesi e neppure
la data del mandato del console che la decretava.
- [5] Probabilmente
il record appartenga a Irene Pivetti che transitò per ben 8 gruppi
parlamentari. Un politico argentino di cognome “Boro-coto” riuscì
a far diventare un verbo il suo nome come sinonimo di transfuga dei partiti
“borocotizar”.
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