- Nel campo
delle reti informatiche l'Italia ha sempre giocato un ruolo da protagonista
a livello internazionale.
- Alle origini,
così come negli altri Paesi, la situazione era piuttosto frammentata
e già alla fine degli anni '70 esistevano diverse reti sviluppate
nell'ambito del settore della ricerca.
- Nel 1978
divenne operativa RPCnet, la rete del CNR; nel 1979 INFNet, la rete della
fisica nucleare e nel 1984 fu presentato il progetto di Rete Universitaria
Nazionale (RNU) che collegava tutte le università afferenti ai vari
Consorzi di Calcolo (CILEA, CINECA, CSATA).
- Ognuna
di queste reti, tuttavia, parlava una propria lingua poiché venivano
utilizzati protocolli differenti che rendevano difficile qualsiasi tipo
di collaborazione.
- I primi
collegamenti intercontinentali tra reti diverse furono realizzati grazie
alle comunicazioni satellitari e risalgono al 1977 con il Regno Unito e
la Norvegia.
- L'Italia
fu il terzo Paese europeo, nel 1986, a collegare un nodo della rete ad
ARPANET, grazie al CNUCE, un istituto del CNR con sede a Pisa che riuscì
a stabilire la connessione con un accordo siglato con Italcable e Telespazio.
- In quegli
anni, a livello europeo stava prendendo piede la European Academic and
Research Network (EARN), la versione continentale della rete interuniversitaria
americana BITNET, che ebbe il merito di favorire l'uso della rete nell'ambito
universitario e della ricerca e di stimolare la costituzione di una comunità
omogenea di utenti. L'Italia fu il primo Paese ad avere un collegamento
con BITNET.
- L'esperienza
delle prime reti che collegavano enti differenti dimostrò ben presto
che le singole reti da sole non potevano funzionare, troppo costose e non
sufficienti a garantire lo scambio interdisciplinare necessario alla ricerca.
- Era necessario
dunque condividere le proprie risorse e unificare le sperimentazioni.
- Di fronte
al crescente utilizzo di reti telematiche per lo scambio di informazioni,
i ricercatori si resero ben presto conto di come l'esistenza di canali
sempre più veloci, affidabili, ma soprattutto interoperabili diventasse
un requisito importantissimo per le proprie attività lavorative.
- A livello
economico, in ugual misura, si comprese che moltiplicare risorse ed energie
per reti diverse per singolo campo di applicazione o interesse privato
non fosse la strada giusta da seguire. In questo contesto, la Commissione
Europea cominciò a definire obiettivi di più lunga durata
ed avviò il programma EUREKA per il supporto di progetti di innovazione
e ricerca e sviluppo in tutti i settori tecnologici.
- All'interno
di questo programma, nacque il progetto COSINE (Cooperation for Open Systems
Interconnection in Europe), con lo scopo di diffondere la cooperazione
tra i ricercatori in Europa e promuovere lo sviluppo di reti aperte e l'uso
di un protocollo non proprietario come OSI. COSINE (1985-1993), in particolare,
mirava a realizzare una rete unica all'interno del panorama europeo e per
far questo era necessario che ogni Paese iniziasse un processo di armonizzazione
delle reti esistenti a livello nazionale.
- Sulla
spinta proveniente dall'Europa, dunque, l'allora ministro della Ricerca
Scientifica Granelli ed il suo successore Antonio Ruberti, con il delegato
per i progetti EUREKA, Orio Carlini, iniziarono a porre le basi per la
partecipazione italiana alla rete comune europea convocando i protagonisti
delle reti informatiche nazionali che iniziarono a lavorare per far interagire
fra loro le differenti reti.
- Fu così
che nel 1986, durante una delle riunioni preliminari fu pronunciata per
la prima volta la parola GARR, Gruppo per l'Armonizzazione delle Reti della
Ricerca.
- Seguì
una formale richiesta al Ministro Ruberti per la costituzione di questo
gruppo di lavoro da parte dei 6 enti fondatori: CNR, INFN, ENEA, CILEA,
CINECA, Tecnopolis CSATA.
- La richiesta
fu accolta e il GARR, nato come gruppo di lavoro spontaneo, venne istituzionalizzato
come Commissione ministeriale con un decreto dell'11 marzo 1988.
- La commissione,
presieduta dal prof. Orio Carlini, lavorò da subito al progetto
di infrastruttura di rete nazionale realizzabile con i fondi per gli investimenti
infrastrutturali che la legge finanziaria di quell'anno aveva assegnato
al Ministro della Ricerca Scientifica (50 miliardi di lire complessivi
erano destinati a progetti di calcolo e reti).
- Oltre
alla creazione di una sola rete, GARR si impegnò anche per ampliare
e integrare i servizi di rete, per razionalizzare le spese e per armonizzare
le politiche di sviluppo.
- Sul piano
internazionale, invece, fu rilevante il lavoro di coordinamento a livello
di reti europee e di promozione della collaborazione scientifica.
- Con la
nuova rete unificata iniziò una stagione di grandi innovazioni tecnologiche
nel settore del networking, frutto di un costante lavoro e di grande spirito
di collaborazione tra i vari soggetti in campo.
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