- Quanti
ricordano ancora la sigla PTT?
- Stava
per Postes Télégraphes et Téléphones.
- Si usava
questa sigla per indicare le agenzie governative cui erano affidati i servizi
postali e le telecomunicazioni.
- Negli
anni '80, tutti i principali paesi, ad eccezione degli Stati Uniti d'America,
avevano la loro PTT.
- In Italia
avevamo il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni e le sue società
concessionarie (SIP, ASST, Italcable, Telespazio…).
- Per circa
un secolo, i servizi postali e le telecomunicazioni erano stati interamente
sotto il controllo delle PTT.
- Il controllo
si estendeva fino agli apparati terminali: apparecchi telefonici, telex,
fax, centralini telefonici, tutto era fornito e controllato da loro.
- Già
i primi collegamenti fra terminali e computer furono in qualche modo rivoluzionari:
la rete telefonica cominciava ad essere usata anche per far comunicare
apparati di utente non controllati dalle stesse PTT.
- La concezione
monopolistica delle telecomunicazioni cominciò seriamente a vacillare
quando gli apparati di utente cominciarono a essere usati non solo per
produrre o ricevere informazioni, ma anche per il semplice transito dei
dati: gli utenti cominciavano a dotarsi di reti, per cui poteva avvenire
che un dato prodotto dall'utente A e destinato all'utente E transitasse,
prima di arrivare a destinazione, attraverso gli apparati degli utenti
B, C e D.
- Diventava
possibile, per organizzazioni diverse dalle PTT, gestire reti di trasmissione
dati.
- Poco male
se queste reti erano usate solo all'interno di un'organizzazione. Poco
male se si trattava di reti sperimentali o usate da piccole comunità
di ricercatori.
- Assai
più pericolose, dal punto di vista delle PTT, le reti controllate
da esterni e utilizzate da più organizzazioni, come quelle usate
per le prenotazioni aeree o per le transazioni interbancarie.
- D'altra
parte, la maggior parte delle PTT non aveva una rete di trasmissione dati
che potesse costituire un'alternativa: per esempio, in Italia ITAPAC fu
lanciata, come servizio sperimentale disponibile in poche città,
solo nel 1985.
- Non potendo
competere tecnologicamente, le PTT preferirono difendersi con le politiche
tariffarie, decidendo che, se un circuito dedicato veniva usato per trasmettere
dati fra organizzazioni diverse, queste avrebbero dovuto pagare non solo
per l'affitto del circuito, ma anche per la quantità di dati che
vi transitava.
- Anche
se le prime tariffe a volume erano particolarmente esose perché
dimensionate su quelle del telegrafo e del telex, le PTT non incontrarono
opposizione da parte di banche e compagnie aeree, che comunque trasmettevano
piccole quantità di dati e non avevano difficoltà a pagare.
- I nodi
vennero al pettine fra il 1983 e il 1984, quando, con il nome di EARN,
si diffuse anche in Europa BITNET, una rete già assai diffusa fra
le università nord-americane.
- EARN non
era una rete a commutazione di pacchetto: era piuttosto a "commutazione
di file", perché era usata per spedire file dal mittente al
destinatario e ogni file, prima di arrivare a destinazione, poteva transitare
attraverso vari nodi intermedi, dove veniva temporaneamente memorizzato
su memoria non volatile.
- In base
alle regole del tempo, si sarebbe dovuto pagare, oltre agli affitti dei
circuiti (all'epoca costosissimi) anche il traffico a volume, pagando,
per lo stesso file, tante volte quanti erano i circuiti attraversati.
- Nessuno
pagò mai per il traffico di EARN, ma per alcuni anni ebbe luogo
uno strano gioco delle parti, in cui EARN doveva dichiararsi pronta a instradare
il suo traffico sulle reti dati delle PTT non appena ciò fosse diventato
tecnicamente possibile e, in cambio di questa dichiarazione (alla quale
nessuno credeva), le PTT si astenevano dal pretendere la tariffazione a
volume.
- Col tempo,
le armi delle PTT cominciarono a spuntarsi. Opporsi alle reti diventava
sempre più anacronistico.
- Alcuni
paesi cominciarono a liberalizzare le telecomunicazioni.
- Quando
a Copenhagen, nel 1991, fu presentata al pubblico la proposta di fondare
la Internet Society (guarda caso, proprio in occasione di un convegno di
EARN), l'idea che i proprietari delle reti fossero gli utenti e non le
compagnie delle telecomunicazioni non era più rivoluzionaria.
- La rete
Internet che conosciamo oggi, priva di padroni e utilizzabile da tutti,
è anche il frutto della ferma resistenza che il mondo dell'università
e della ricerca seppe opporre ai detentori dei monopoli negli anni '80.
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