- Onorevoli rappresentanti
dei Governi e delle Istituzioni Internazionali, Onorevoli membri del Parlamento,
Signor Sindaco di Roma, Autorità, Signore e Signori, sono particolarmente
lieto di vedervi qui oggi in così gran numero per accompagnare il
meraviglioso sviluppo della “società dell’informazione” con un altrettanto
fondamentale processo di riflessione sulla governance di Internet.
- Lo sviluppo
dell’information tecnology e la sempre maggiore diffusione delle reti stanno
producendo un impatto determinante sulla nostra società.
- Lo sviluppo
di Internet influenza infatti l’evoluzione dell’organizzazione sociale,
l’economia, la politica e introduce radicali mutamenti che obbligano ad
affrontare in maniera nuova temi fondamentali quali la tutela della privacy,
quella della proprietà intellettuale o la stessa diffusione delle
conoscenze.
- Lo sviluppo
tecnologico di Internet genera anche nuove forme di interazione all’interno
della società. Attraverso le tecnologie digitali e di rete gli individui
ed i gruppi sociali entrano in contatto con un “ecosistema informativo
e relazionale” sempre più strutturato e complementare a quello tradizionale.
Un universo relazionale multidimensionale e plurale, oggi decisivo per
la costruzione di nuovi paradigmi di valori e visioni del mondo.
- È evidente
che la dimensione globale di questi fenomeni richieda forme nuove e condivise
d’azione. Infatti, non possiamo più limitare all’ambito delle “scelte
tecnologiche” quegli standard che sono di fatto in grado di condizionare
la creazione intellettuale, la diffusione delle innovazioni o l’accessibilità
per tutti ai contenuti della rete.
- Un sano sviluppo
della Rete va dunque di pari passo con la necessità di costruire
processi di regolazione e autoregolamentazione della sua gestione e dei
suoi contenuti, con un metodo necessariamente condiviso e multi-stakeholder.
- Va posta innanzitutto
la questione di una politica complessiva di gestione della cosiddetta net
neutrality, ossia l’indipendenza della struttura di Rete rispetto alla
tipologia dei dati e contenuti da essa trasmessi.
- È un
tema, questo, che ha ripercussioni sulla natura stessa della Rete e delle
sue modalità di gestione e che oggi assume particolare rilevanza.
- Accanto a ciò,
c’è poi l’esigenza di riconoscere la libertà di espressione,
di circolazione e fruizione dei contenuti di una rete che è divenuta
sempre più capace di “creare dal basso”, a partire cioè dalle
capacità e potenzialità degli stessi utenti, tenendo però
conto delle esigenze di protezione dei dati personali, tutela dei diritti
dei minori, salvaguardia delle categorie vulnerabili, e rispetto della
diversità culturale.
- Bastano questi
esempi per evidenziare che la governance dello sviluppo della rete ha dimensioni
evidentemente diverse da quella dei tradizionali ambiti delle politiche
nazionali. Innanzitutto perché richiede il coinvolgimento di una
pluralità di attori - governi, organismi internazionali, imprese,
organizzazioni sociali e utenti - che hanno direttamente a vedere con lo
sviluppo della rete e dei suoi contenuti. Inoltre perché una politica
complessiva di gestione di tali problematiche non può che essere
determinata in ambito internazionale, a partire dalla comune definizione
di un “set di principi di riferimento”.
- Negli ultimi
anni si sono moltiplicati i tentativi della comunità internazionale
di stabilire principi e strumenti per contribuire allo sviluppo armonico
della rete.
- I Summit mondiali
sulla Società dell’Informazione di Ginevra e Tunisi hanno avviato
un processo che ha permesso di discutere questi nuovi scenari e stabilire
accordi di alto livello. Tra questi, spicca la proposta di avanzare verso
una Carta dei diritti di Internet.
- È una
proposta che l’Italia caldeggia - insieme a molti altri Governi ed attori
della società civile – poiché rappresenta appunto il tentativo
di fissare in modo ampio e democratico i principi di riferimento ed un
codice di condotta condiviso per lo sviluppo di Internet.
- A partire dall’Internet
Governance Forum di Atene, il nostro Governo è divenuto parte attiva
della “dynamic cohalition” internazionale, che ha come obiettivo quello
di dare impulso alla definizione dei diritti della rete. E su questa linea
intendiamo continuare a lavorare insieme a tutte le Amministrazioni interessate,
con il supporto scientifico di un gruppo di qualificati esperti e, soprattutto,
ascoltando la voce di tutti attraverso il Forum virtuale avviato in occasione
di questo evento.
- Sappiamo che
sarà un processo lungo e complesso, poiché si tratta di stabilire
principi di gestione del più grande spazio pubblico - e del più
poderoso strumento di ridistribuzione di potere - con cui ci si confronta
oggi. E questo Forum vuole fornire un contributo propositivo in vista del
prossimo vertice mondiale di Rio de Janeiro sulla governance di Internet,
per il quale ringraziamo il Governo del Brasile e le Nazioni Unite.
- Io credo fermamente
che dobbiamo discutere su quali debbano essere i diritti fondamentali della
Rete da riconoscere e tutelare a livello internazionale, affinché
Internet sia davvero di tutti e per tutti. Ma credo che debba anche essere
avviata una riflessione su quale debba essere, nello scenario internazionale,
il livello di riconoscimento e l’ambito d’azione di questi diritti.
- Di pari passo
con l’elaborazione dei contenuti di una Carta dei diritti di Internet,
è necessario dunque individuare le possibili vie e i possibili strumenti
in grado non solo di facilitare la formulazione ed adozione di essi, ma
anche - e soprattutto - di garantire che tali principi vengano effettivamente
considerati come riferimento per gli individui, i gruppi, le imprese o
gli Stati, affinché lo sviluppo della “società dell’informazione”
sia davvero incentrata sul rispetto e la promozione di diritti universalmente
riconosciuti.
- Per fare ciò,
è probabilmente necessario rafforzare significativamente il ruolo
delle Nazioni Unite nel processo. Non perché esse si facciano carico
di Internet o divengano il poliziotto della rete, come ebbe a dire con
chiarezza l’allora Segretario Generale Kofi Annan al Summit di Tunisi.
Ma perché solo così si rende palese la stretta relazione
tra lo sviluppo della rete ed il rispetto di diritti universali.
- Una rete il
cui accesso e sviluppo toccano sempre più da vicino la società
civile ed i diritti individuali e collettivi e che per questo deve essere
presa in altissima considerazione da quella stessa “organizzazione globale”
che ha tra i sui principali compiti proprio quello della tutela e della
promozione universale di questi diritti. Con quale mandato e con quale
modus operandi? Credo che potrebbe essere seguita la via che ha già
portato le Nazioni Unite ad essere il referente collettivo per altri temi
di carattere universale, quali l’ambiente o gli stessi diritti umani.
- Un percorso
che potrebbe condurre ad una sorta di figura di “Alto Garante” dei diritti
della rete che, a partire da un ampio mandato e sostegno internazionale,
sia in grado di costituire consenso e facilitare il processo di elaborazione
dei diritti fondamentali di Internet, ma anche, in futuro, farsi portavoce
dell’adozione del rispetto di quei diritti.
- Una voce legittimata
ad esercitare la poderosa arma della moral suasion in tutti quei casi nei
quali lo sviluppo democratico della rete o i diritti degli utenti di essa
possano correre rischi. Sono queste alcune riflessioni iniziali che voglio
condividere con voi, per stimolare il dibattito di questa giornata.
- Non mi illudo
che il percorso che abbiamo davanti sia breve e che definire principi e
codici di condotta comuni per qualcosa che è comunemente percepito
quale sinonimo di libertà e “destrutturazione” sia facile. Ma credo
che non vi sia più spazio per atteggiamenti rinunciatari e che senza
principi condivisi e strutture di riferimento, lo sviluppo della rete rischi
di essere piegato alle volontà degli operatori più forti
o alle scelte unilaterali dei governi, a danno della capacità di
innovare e costruire democrazia nell’era digitale.
- Forse oggi non
è così vero che Internet sia “di tutti”: noi dobbiamo e vogliamo
lavorare insieme affinché Internet diventi davvero patrimonio comune
dell’umanità! Grazie.
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