- Signore e Signori,
sono particolarmente lieto quest’oggi di introdurre i lavori della seconda
riunione del Tavolo di consultazione con la società civile. Il laborioso
processo lungo la strada per il Vertice della Società dell’Informazione
di Tunisi vive oggi la sua fase più operativa.
- Come vi ho indicato
nella mia lettera di convocazione due sono i principali temi di dibattito
sui quali si incentrerà il Vertice:
- 1. il Governo
internazionale di Internet, la cosiddetta Internet Governance,
- 2. e le modalità
di finanziamento dei programmi di ICT a favore dei Paesi in Via di Sviluppo.
- Di questi due
temi uno, quello del finanziamento, ha già trovato una sua prima
importante conclusione con il Rapporto del Gruppo di Lavoro costituito
su questo tema dal Segretario Generale dell’ONU e che ha concluso i suoi
lavori all’inizio dell’anno.
- Si tratta di
un tema importante sul quale lascio però, per preminente competenza,
al Ministero degli Affari Esteri di parlarci più nel dettaglio.
Il tema della futura gestione internazionale di Internet rappresenta, per
ragioni che non vi devo certo spiegare, un elemento di importanza strategica
per gli interessi del nostro Paese e del suo futuro sviluppo economico
e sociale.
- Per queste ragioni
la riunione di oggi riveste per me e per il governo italiano un significato
particolarmente importante in vista delle prossime riunioni del vertice.
- Sarò
lieto di raccogliere le vostre opinioni e ne terrò conto nei miei
prossimi interventi. Vorrei andare subito al cuore del tema che ritengo
oggi centrale: il Governo internazionale di Internet.
- È infatti
prevista il prossimo luglio la pubblicazione del rapporto definitivo del
gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla “governance” di Internet, il
Working Group on Internet Governance. Tale Gruppo di lavoro è stato
istituito dal Segretario Generale delle Nazioni Unite a seguito delle conclusione
della prima fase del Vertice tenutasi a Ginevra nel dicembre 2003.
- Il gruppo di
lavoro è presieduto da Nitin Desai, già Vice Segretario Generale
delle Nazioni Unite. Il gruppo è composto da 40 persone, un terzo
delle quali siede in rappresentanza dei governi, il resto in rappresentanza
del settore privato e della società civile.
- Fra loro è
presente anche un italiano: Vittorio Bertola, oggi qui presente e di cui
saremo lieti di ascoltare l’intervento nel corso dei nostri lavori. Il
compito del WGIG consiste nel:
- elaborare una
“working definition” di Internet “governance”
- identificare
quali siano gli aspetti di pubblico interesse collegati alla “governance”
di Internet
- sviluppare una
visione comune sui rispettivi ruoli e responsabilità dei governi,
delle organizzazioni internazionali e di altri forum così come del
settore privato e della società civile sia dei paesi in via sviluppo
che dei paesi industrializzati.
- Il mandato del
Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla “governance” di Internet prevede
la presentazione di un rapporto a luglio che servirà come base di
discussione al vertice di Tunisi. Questa carta fondamentale sul futuro
della “governance” di Internet dovrà fare il punto delle consultazioni
e riflettere le discussioni con i governi, il settore privato, la società
civile e le organizzazioni internazionali avvenute dalla sua costituzione
a oggi.
- Il formato di
tale rapporto dovrà essere tale da consentire decisioni politiche
da parte dei Capi di Stato e di Governo presenti a Tunisi.
- Non entro nei
dettagli dei numerosi aspetti collegati all’argomento del Governo internazionale
di Internet che sicuramente alcuni dei presenti qui oggi nei loro interventi
avranno modo di illustrare meglio di me. Vorrei, invece, illustrarvi gli
importanti aspetti politici che si nascondo dietro un dibattito dalla elevata
complessità tecnica.
- Ad oggi il funzionamento
di Internet ruota intorno ad alcuni organismi internazionali, il principale
dei quali è ICANN (l’organismo che assegna i numeri e i nomi a dominio
di Internet). Tali organismi derivano, come del resto l’intera infrastruttura
originaria di Internet, da parti del Governo degli Stati Uniti.
- Con questo Governo,
in particolare con il Dipartimento per il Commercio, tali organismi sono
ancora oggi legati da accordi quadro relativi alle modalità del
loro operato. ICANN in particolare è un organismo di diritto privato
registrato negli Stati Uniti e legato al Governo americano da un Memorandum
of Understanding che scade nel 2006.
- Molti Paesi,
non solo in Via di Sviluppo, ma anche Paesi europei, hanno in questi ultimi
anni, con la crescita esponenziale della Rete, posto il problema della
internazionalizzazione di Internet e della legittimità internazionale
dell’operato degli organismi tecnici che sovrintendono al funzionamento
della Rete.
- Si tratta ad
avviso del Governo italiano di una richiesta legittima. D’altronde la stessa
costituzione di ICANN avviata dall’Amministrazione americana aveva come
motivazione l‘intenzione di favorire un processo di internazionalizzazione
della Rete.
- Non ci sfugge
tuttavia che la motivazione di alcuni Paesi nel sollevare questo problema
deriva dalla volontà di controllare la rete per sopprimerne il potenziale
di libertà e trasparenza ad essa connaturato.
- Bisogna gestire
quindi una delicata trattativa. In tale ambito a mio avviso e del Governo
italiano, così come della grande maggioranza dei partner europei,
occorre da una parte difendere il carattere spontaneo, di libertà
e di trasparenza di Internet.
- Occorre allo
stesso tempo dare al suo sistema di gestione internazionale una legittimità
e aprirlo alla libera partecipazione di molti Paesi in Via di Sviluppo
che da tale sistema si sentono, a torto o a ragione, esclusi.
- L’Italia sta
svolgendo un ruolo attivo nelle discussioni tramite la nostra partecipazione
al Gruppo di Alti Funzionari dell’Unione Europea incaricato di discutere
e sviluppare la posizione ufficiale dell’Unione.
- A questo Gruppo
partecipa il Consigliere Gatti, il mio Consigliere Diplomatico, al quale
chiederò di farvi una breve illustrazione delle trattative in corso
e del ruolo che stiamo svolgendo come Governo italiano.
- Lo sforzo più
delicato che in questo momento stiamo conducendo è quello volto
a trovare una posizione comune europea svolgendo una funzione di ponte
tra posizioni inizialmente distanti come quelle di Francia e del Regno
Unito.
- Anche su sollecitazione
italiana le posizioni europee si sono ora fortemente avvicinate, e all’ultima
riunione del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite l’Unione Europea ha potuto
presentare una dichiarazione congiunta proprio sul tema dell’internazionalizzazione
del governo di Internet.
- Nel corso del
mese di maggio una delegazione costituita dall’attuale e dalla prossima
Presidenza dell’Unione Europea e dalla Commissione sarà a Washington
per discussioni con le autorità americane. L’Unione Europea potrà
infatti svolgere un importante ruolo per la ricerca a Tunisi di un compromesso
tra le posizioni degli USA, che legittimamente sono preoccupati di preservare
le importanti caratteristiche che hanno consentito il successo dello sviluppo
di Internet e le altrettanto legittime richieste di molti Paesi di internazionalizzare
la gestione di Internet e di darle, sotto l’egida delle Nazioni Unite,
una legittimità internazionale che oggi manca.
- Di particolare
delicatezza in questo dibattito è il tema del ruolo dei Governi.
La posizione del Governo italiano, che io stesso ho voluto ribadire lo
scorso anno in occasione del mio intervento al Public Forum di ICANN tenutosi
a Roma, è che NON spetta ai Governi gestire Internet.
- È tuttavia
chiaro che sempre di più nello sviluppo di Internet si affacciano
tematiche e problematiche che toccano l’interesse pubblico verso le quali
i Governi hanno responsabilità di essere presenti.
- Anche qui le
trattative dei prossimi mesi ci presentano la difficile responsabilità
di trovare un punto di equilibrio che salvaguardi libertà, il carattere
di sviluppo spontaneo e autogestione della rete con le responsabilità
dei Governi verso delicate problematiche che derivano dal tumultuoso sviluppo
di questa infrastruttura critica del nostro tempo.
- A mio avviso
il ruolo dei Governi dovrebbe essere chiaramente delimitato e riguardare:
- possibilità
di intervenire sul funzionamento delle rete SOLO nel caso che l’autoregolamentazione
oggi in essere non funzionasse;
- adottare misure
per arginare le patologie collegate al cattivo uso della Rete;
- facilitare lo
sviluppo del mercato e aiutare lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione
nei Paesi in Via di Sviluppo.
- Concludo queste
mie osservazioni iniziali per sollevare anche l’importante argomento di
come l’Italia nella sua generalità, e non solo il Governo, potrà
meglio presentarsi al Vertice di Tunisi.
- Il Vertice è
infatti anche una grande vetrina e una opportunità per fare conoscere
che cosa Governo, società civile e settore privato del nostro Paese
hanno fatto e stanno facendo in un settore vitale per il nostro futuro.
- Per parte nostra
coglieremo l’occasione del Vertice per illustrare i risultati fin qui conseguiti
nell’ambito dell’Iniziativa e-Government per lo Sviluppo (sulla quale troverete
sul tavolo la copia del Rapporto appena pubblicato)
- Stiamo discutendo
quindi con altri Enti e organizzazioni pubbliche e private la possibilità
di organizzare, nella grande area espositiva che sarà realizzata
in occasione del Summit, uno stand Italia.
- È ancora
presto per dire se questa idea potrà concretizzarsi. Ritengo tuttavia
importante sottolineare il fatto che tale eventualità potrà
prendere forma solo tramite un apporto e una partecipazione attiva del
nostro settore privato, la cui Associazione di settore, la Federcomin è
qui oggi presente.
- Concludo segnalandovi
che è mia intenzione convocare una nuova Riunione del Tavolo di
Lavoro subito dopo l’estate e prima del Vertice per fare nuovamente il
punto. Ascolterò adesso con interesse i vostri contributi.
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