- Con questo quinto
quaderno, che si inserisce nella collana "tecnologia, next generation",
abbiamo voluto proporre degli approfondimenti di carattere tecnico sulle
sfide della rete di oggi e sulle prospettive verso l'Internet del futuro.
- Gli argomenti
trattati si legano ad importanti temi della governance della rete, quali,
ad esempio, la gestione delle risorse critiche (transizione da IPv4 a IPv6),
la sicurezza, l'apertura della rete (neutralità, reti sociali).
- L'obiettivo
che ci siamo dati è duplice: diffondere la conoscenza dentro e fuori
dal circolo degli addetti ai lavori e contribuire alla formazione di opinioni
secondo l'approccio multistakeholder dell'Internet Governance Forum.
- Si comincia
con un contributo di Stefano Giordano sulla qualità del servizio
nelle reti IP, ovvero sui meccanismi in grado di supportare diverse priorità
tra applicazioni, utenti, flussi di dati, o di assicurare prestazioni predeterminate
ad un flusso di dati.
- Si tratta di
funzionalità fondamentali specialmente per lo streaming in tempo
reale di applicazioni multimediali come voice over IP, i giochi in linea
e la IP-TV, che sono sensibili ai ritardi e spesso richiedono un bit rate
prefissato. In questo articolo gli approcci "evoluzionistici"
fino ad oggi proposti per la realizzazione di meccanismi di quality of
service sulla rete Internet (ad es. Intserv, Diffserv) vengono affiancati
agli approcci "tabula rasa", suggerendo la possibilità
di intervenire in maniera radicale proprio sui componenti fondamentali
della rete stessa.
- La soluzione
del dilemma tra "evoluzione" e "rivoluzione" non è
certamente banale né dietro l'angolo, ma merita attenzione, poiché
può essere trasposta anche al altri ambiti quali il supporto alla
mobilità o la sicurezza.
- Marco Sommani,
invece, guarda al cuore della rete dettagliando i molteplici aspetti della
coesistenza tra IPv4 e IPv6. Come è noto IPv4 mostra oggi evidenti
limitazioni in termini di capacità e di scalabilità: in un
certo senso potremmo definirlo come una vittima del proprio stesso successo.
- Da un lato la
diffusione di apparati mobili "IP-aware" (di cui l'iPhone e Google
Android sono gli esempi più eclatanti, con previsioni di vendita
nell'ordine di 100 milioni di unità nel 2010) e delle reti di sensori
(che spaziano dalla Ambient Intelligence alle applicazioni per la sicurezza)
introducono nuove necessità per interconnessioni di rete su larga
scala, ben oltre il limite di 4.2 miliardi di indirizzi che è intrinseco
all'IPv4.
- Dall'altro,
la crescita dell'Internet su scala globale sta conducendo rapidamente verso
l'esaurimento degli indirizzi disponibili: a fine gennaio 2010 il 90% dello
spazio degli indirizzi IPv4 è già stato assegnato e gli esperti
stimano che sarà completamente esaurito entro la fine del 2012 (o
del 2011, secondo alcuni scenari pessimistici).
- La caratteristica
principale dell'IPv6 risiede nel disporre in uno spazio di indirizzamento
estremamente vasto (128 bits), 10 miliardi di miliardi di miliardi di volte
più vasto che per l'IPv4 (32 bits). Questo spazio eccezionalmente
ampio consentirà l'interconnessione di un numero di nodi molto maggiore
di quello realizzabile oggi, eliminando la necessità di ricorrere
alla Network Address Translation (NAT), una tecnica introdotta a metà
degli anni 90 per mitigare la domanda di indirizzi "pubblici"
Internet, al prezzo di un maggior livello di complessità nella rete.
- L'abbandono
del NAT dovrebbe consentire il ritorno ad una prospettiva "end-to-end",
uno dei principi cardinali dell'Internet, supplementata da nuove opzioni
per la mobilità delle reti e dei singoli nodi. Molte nazioni hanno
sposato da tempo la causa dell'IPv6.
- Gli Stati Uniti
e l'Unione Europea hanno avviato da anni azioni di sensibilizzazione volte
alla creazione di una maggiore coscienza sull'importanza della migrazione
ad IPv6. I paesi dell'OCSE hanno sottoscritto nel 2008 una dichiarazione
sul futuro della economia di Internet, incoraggiando i paesi membri all'adozione
di IPv6. Il punto chiave è comprendere che questa migrazione non
sarà indolore e priva di costi.
- Per evitare
di commettere "errori dell'ultimo minuto" è importante
agire subito, implementando il nuovo standard ed intensificando iniziative
di informazione rivolte verso tutte le categorie di utenti.
- È dunque
primaria responsabilità degli Internet Provider (e dei governi in
maniera sussidiaria) di operare in tal senso, mitigando i rischi associati
all'esaurimento degli indirizzi IPv4 e facilitando lo sviluppo di nuove
architetture e nuovi servizi.
- Il successivo
intervento, scritto da Diego Merani, si occupa dell'"erosione"
dei perimetri della sicurezza tradizionale, a causa dell'evoluzione dei
modelli di business e di collaborazione, stimolando un dibattito sulla
necessità di rivedere i modelli attuali di sicurezza a favore di
un modello di protezione "end to end" coerente con le evoluzioni
correnti sulla neutralità della rete e sulla migrazione a IPv6.
- Qualunque approccio
verso la sicurezza deve, chiaramente, offrire un bilancio accettabile in
termini di rapporto costo-beneficio: la prospettiva di ripensare la sicurezza
secondo i concetti di "overlay networks" e di "protected
core networking" risulta, in questi termini, degna di attenzione.
- Vittorio Bertola
continua nel dipanare il fil rouge che lega i vari contributi parlando
di neutralità della rete, un argomento di cui si parla molto in
ambito internazionale.
- Il concetto
di non discriminazione tra i diversi servizi risale agli albori della nascita
e dello sviluppo di Internet: stravolgimenti di questo concetto potrebbero
portare a nuove dinamiche tra fornitori ed Internet Service Providers,
con la creazione di situazioni in cui alcuni contenuti, servizi o utilizzatori
potrebbero essere, tecnicamente, favoriti rispetto ad altri.
- D'altro canto
sono comprensibili le ragioni di chi opera in un'ottica di business, auspicando
una evoluzione dei modelli economici per la tariffazione del traffico IP
in grado di garantire l'evoluzione ed il miglioramento delle prestazioni
della rete stessa.
- Pouwelse, Garbacki,
Epema e Sips, ricercatori dell'Università di Delft, guardano ad
un diverso aspetto della neutralità della rete e del diritto d'autore,
quello della produzione sociale basata su beni comuni (commons-based peer
production), sia nel suo lato "pirata" che nel suo lato "samaritano".
- Dai dati presentati
emergono le oggettive difficoltà nel contenere questa nuova modalità
di produzione e distribuzione orizzontale dei contenuti.
- L'argomento
proposto dagli autori è che un approccio restrittivo ostacola l'innovazione
e provoca una grande discrepanza tra gli ordinamenti giuridici e le prospettive
degli utenti.
- Una riforma
delle leggi sul copyright è pertanto necessaria: in mancanza di
tale riforma le norme correnti risulteranno presto inapplicabili.
- Il contributo
successivo, curato dal sottoscritto, prende spunto dal quarantesimo anniversario
della pubblicazione della prima Request for Comments per ricordare la nascita
e l'evoluzione dei meccanismi attraverso i quali vengono definiti i protocolli
di Internet.
- La valenza di
questi meccanismi assume un valore ulteriore per i soci di ISOC, dove processi
"informali" che hanno consentito lo sviluppo della rete come
la conosciamo vengono sostenuti attraverso il supporto legale e finanziario
della "casa madre" a cui Società Internet - ISOC Italia
afferisce: un importante servizio per tutta la comunità della rete
ed un primario obiettivo statutario per la nostra associazione.
- Dulcis un fundo
un contributo, scritto da Claudia Battista con il gruppo di progettazione
di GARR-X, sulla "Next Generation Network" per l'Università
e la Ricerca basata su collegamenti in fibra ottica che entrerà
in esercizio a partire dalla seconda metà del 2010. GARR-X potrà
fornire una capacità circa 40 volte maggiore dell'attuale, utilizzabili
per la sperimentazione di nuove applicazioni e modelli computazionali,
in cui si dà per scontata la disponibilità sostanzialmente
illimitata delle risorse di rete.
- Colgo questa
occasione per ringraziare tutti gli autori, così come i membri del
comitato tecnico scientifico di ISOC Italia, per il loro contributo alla
realizzazione di questo Quaderno dell'Internet Italiano. Un particolare
ringraziamento a Stefano Trumpy e Laura Abba per l'aiuto sostanziale e
le utili discussioni. Spero che questo sforzo corale possa risultare interessante
ed utile ad un pubblico non solo "tecnico". Buona lettura.
|